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La Niña: sempre più probabile un ritorno a condizioni neutrali nei prossimi mesi

di

centro meteo italiano

Nonostante La Niña sia stata dichiarata solo due mesi fa, è probabile una transizione alla fase neutrale già nei prossimi mesi.

La Niña sempre più probabile un ritorno a condizioni neutrali nei prossimi mesi2

Nonostante La Niña sia stata dichiarata solo due mesi fa, è probabile una transizione alla fase neutrale già nei prossimi mesi. Fonte: cpc.ncep.noaa.gov

La Niña: sempre più probabile un ritorno a condizioni neutrali nei prossimi mesi – 28 dicembre 2016 – L’ENSO è una teleconnessione atmosferica, in cui sono accoppiate l’oscillazione meridionale atmosferica (Southern Oscillation), che consiste in un cambiamento dei livelli di pressione nel Pacifico centro-occidentale, ed El Niño, nome con cui è comunemente conosciuto il fenomeno. El Niño, ovvero la componente oceanica, consiste in un riscaldamento delle correnti marine nel Pacifico centro orientale ed ha una sua controparte, ovvero La Niña. Questa in particolare è stata dichiarata ufficialmente aperta dalla NOAA lo scorso 10 novembre: La Niña in particolare, è caratterizzata da anomalie di temperatura superficiale del mare negative, ma anche da venti alisei, che spirano da Est verso Ovest, più forti della media e temperature delle acque profonde molto più fredde. […]

A fare in modo che La Niña potesse essere dichiarata, sono stati considerati diversi fattori: il primo è l’anomalia di temperatura dell’acqua superficiale dell’Oceano, la quale, in una determinata porzione del Pacifico, ha raggiunto i -0.7°C ad ottobre: la soglia è di -0.5°C, ma questo dato da solo non basta, essendo una condizione necessaria ma non sufficiente perché La Niña potesse essere dichiarata. Il secondo parametro preso in considerazione sono state le proiezioni dei modelli, con 5 sovrapposizioni di tre mesi consecutivi (ad esempio: novembre-dicembre-gennaio, dicembre-gennaio-febbraio etc) nella porzione del Pacifico indicata come NINO3.4, che segnavano un’anomalia di temperatura superficiale del mare ancora inferiore a -0.5°C. Il terzo step di verifica a cui si è sottoposta La Niña per poter essere definitivamente dichiarata è se vi siano dei segnali per cui la circolazione atmosferica sopra il Pacifico tropicale sia più forte rispetto alla media. In questo caso, i venti alisei, che spirano da Est verso Ovest, sono più forti che mai, trasportando le acque profonde, e quindi più fredde, che emergono vicino alle coste peruviane, verso il Pacifico equatoriale centrale. […]

La Niña sempre più probabile un ritorno a condizioni neutrali nei prossimi mesi

Nonostante La Niña sia stata dichiarata solo due mesi fa, è probabile una transizione alla fase neutrale già nei prossimi mesi. Fonte: cpc.ncep.noaa.gov

Stando alle ultime uscite dei modelli, La Niña ha solamente il 55% di possibilità di poter continuare per tutto il prossimo inverno boreale come anche nella successiva primavera, risultando inoltre un evento poco intenso: la transizione nuovamente alla fase neutrale potrebbe avvenire proprio tra gennaio e marzo 2017. In particolare La Niña potrà influenzare il clima soprattutto delle Americhe, dell’Asia e dell’Oceania. In Asia per esempio ci si attende una diversa distribuzione dei cicloni tropicali, mentre nel Nord America La Niña porta precipitazioni sopra media nel Midwest, sulle montagne Rocciose ed in generale sugli stati della West Coast, mentre sul resto degli USA il clima diviene più secco. In Canada, La Niña porta inverni più freddi e nevosi. Nell’America Latina, La Niña ha un impatto disastroso soprattutto su Perù e Cile, con lunghi periodi di siccità, mentre sul Brasile e sulle Ande orientali le precipitazioni saranno sopra media con il rischio di diffuse alluvioni. L’Europa non dovrebbe in particolare risentire di un evento così debole, vista già la debole correlazione tra La Niña e il clima europeo.

a cura di Martina Rampoldi

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