Un’intensa tempesta di sabbia si è abbattuta sulla Cina nord occidentale riducendo la visibilità fino a 200 metri: traffico in tilt.
Un’intensa tempesta di sabbia si è abbattuta sulla Cina nord occidentale riducendo la visibilità fino a 200 metri: traffico in tilt. Fonte: strangesound.org
Tempesta di sabbia in Cina: visibilità ridotta fino a 200 metri manda in tilt il traffico – 03 maggio 2016 – Nonostante si possano associare le tempeste di sabbia prevalentemente ai paesi desertici, questi fenomeni possono interessare anche la Cina specie nella sua parte settentrionale, che sia ad Est che ad Ovest si trova proprio a ridosso delle vaste distese desertiche della Mongolia. In questi giorni, festivi anche per la Cina, le vacanze sono state rovinate per gli abitanti della regione dello Xinjiang, nell’estremo Nord Ovest del paese, da una violenta tempesta di sabbia, la quale ha ridotto drasticamente la visibilità fino a farla scendere a 200 metri anche nei centri abitati, provocando diversi problemi al traffico sia stradale che aereo. […]
La tempesta si sabbia ha iniziato ad abbattersi sulla Cina nord occidentale già dallo scorso sabato 30 aprile, colpendo diverse località dello Xinjiang meridionale. In particolare nel distretto di Kuche, questa tempesta ha ridotto la visibilità fino a 200 metri anche in città, mandando in tilt il traffico: le macchine sono state parcheggiate a bordo strada data l’impossibilità a proseguire gli spostamenti con la sabbia che offuscava ogni cosa, arrivando poi a coprire anche con un manto polvesono le auto stesse, come si vede dal video di seguito della CCTV. La tempesta di sabbia non solo ha causato problemi al traffico su strada: in Cina sono stati cancellati diversi voli, lasciando a terra passeggeri di ritorno dalle vacanze. Anche il distretto di Makit è stata colpita da questa tempesta di sabbia, con gli stessi problemi già evidenziati sopra. La tempesta di sabbia ha continuato ad insistere fino alla giornata di ieri, lunedì 02 maggio, mentre ora la situazione sta lentamente tornando alla normalità. […]
a cura di Martina Rampoldi
