K2, una ventina al campo 4
Dei 150 circa permessi per salire il K2 sono rimasti una ventina che tenteranno stanotte un nuovo tentativo di vetta. A guidarlo sarà il Gurkha nepalese Nirmal Purja, che per completare il suo progetto deve necessariamente passare per la vetta del K2 (8611m), un ottomila che non può posticipare. La sua forza e quella della sua squadra, oltre all’uso delle bombole di ossigeno, potrebbe però non bastare sul difficile tratto del collo di bottiglia a 8300m che ha fermato la settimana scorsa i tentativi di Mike Horn e delle spedizioni commerciali.
Le spedizioni sul K2
Dietro Nirmal Purja, che sarà aiutato anche dagli sherpa di Seven Summit, c’è la spedizione di Adrian Ballinger con Carla Perez e Topo Mena. Presenti anche il brasiliano Moses Fiamoncini, il tedesco Herbert Helmut e il polacco Waldimir Kowerlaski.
GVII – Cala Cimenti racconta la vicenda Cassardo
In un lungo post su Facebook Carlo Alberto Cala Cimenti ha raccontato la caduta di Francesco Cassardo.
“Sono arrivato in cima al GVII, ero felicissimo, non riuscivo a crederci! Ho chiamato Erika per farle sapere che ce l’avevo fatta! Francesco non è arrivato in cima, gli mancavano 150mt, non è riuscito a superare un crepaccio e poi era preoccupato per la discesa. Voleva conservare lucidità e forza. Quando ho incontrato Francesco durante la discesa con gli sci la parte più ripida non l’avevo ancora fatta”.
“Quando sono arrivato in fondo gli ho scritto con l’inreach che la discesa non era semplice e di fare la prima parte dalla cima che era leggermente meno ripida per provare, e che se non si sentiva a suo agio già lì, di togliere gli sci per la seconda parte”.
“La montagna è molto ripida specialmente nella parte inferiore e la neve era molto dura, condizioni perfette per un buono sciatore ma che non permettono errori, lui ha fatto un errore proprio all’inizio della parte super ripida e ha iniziato a precipitare testa-piedi testa-piedi per 450mt, saltando in velocità la terminale e fermandosi solo alla base della montagna”.
“Nella caduta ha perso tutto, zaino e vestiti, rimanendo solo con la maglietta intima strappata”
Le parole di Erika Siffredi, moglie di Cala Cimenti (Facebook)
“Mi ha chiamata urlando “Amore è caduto, Francesco è caduto, non si muove chiama l’elicottero. Aiutami. Chiama subito l’elicottero”.
“E così è partita la macchina dei soccorsi. Abbiamo fatto tutto il possibile per non perdere nemmeno un minuto di tempo”.
“Cala è corso da Fra e mi ha richiamato ‘Francesco è vivo ma è grave, aiutateci’, ha fatto il possibile per prestare il primo e fondamentale aiuto”.
“Il momento più difficile? Sicuramente la sera quando ha capito che l’elicottero non sarebbe arrivato e quindi ha dovuto lasciare solo Francesco per circa 2 ore, che stava riscaldando col suo corpo, abbracciandolo, per andare a prendere i sacchi a pelo e il fornelletto in tenda. Ha seriamente temuto di trovarlo morto al suo ritorno, invece respirava ancora. Francesco ha dimostrato una grande forza”.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.