
L’11,1% della popolazione italiana vive in condizioni di povertà. E il Paese è al 15° posto in Europa per salari medi: le misure al vaglio del Governo
L’Italia è il 15esimo Paese europeo per consistenza di salari medi. E questo non c’entra nulla con il coronavirus. Lo Stivale, meta turistica ambita da ogni cittadino del resto del mondo, sembrerebbe però non essere il miglior posto in cui vivere stando a quanto percepiscono (in media) i lavoratori. Secondo una classifica redatta da Eurostat, infatti, l’Italia è il peggior stato europeo tra i più “importanti” (davanti solo a Spagna e Portogallo, ben più lontani nel ranking) riguardo l’ammontare degli stipendi medi. E non è tutto perché l’11,1% della popolazione vive in condizioni di povertà, costretto a sopravvivere tra sussidi di disoccupazione, redditi di cittadinanza e compagnia bella. Per questo il Governo italiano starebbe valutando diverse misure per sostenere i più bisognosi, tra cui alcune molto interessanti e richieste da tempo.
Le misure per sostenere i più poveri
La prima misura al vaglio del Ministero del Lavoro sarebbe l’introduzione del salario minimo, ovvero una cifra sotto la quale lo stipendio mensile non può andare; in questo modo si eviterebbero paghe ai limiti del ridicolo (2 o 3 euro l’ora) a fronte di un molto più alto numero di ore lavorate. Per garantire minimi salariali adeguati, secondo gli esperti, occorrerebbe estendere i contratti collettivi principali a tutti i lavoratori oppure, appunto, introdurre un salario minimo per legge. Tra le proposte, fa presente TgCom24, spicca anche un sostegno per chi lavora ma ha un reddito troppo basso, una sorta di “in-work benefit” basato su ore lavorate a settimana, ore lavorate all’anno, tipologia di contratto e numero di persone nel nucleo familiare.
Gli obiettivi del Governo
Più benessere per i lavoratori italiani e meno povertà: sarebbe questo l’obiettivo del Governo, sostenere i cittadini più in difficoltà (che magari il lavoro l’hanno perso proprio durante la pandemia e, date le circostanze tutt’altro che favorevoli, non sono più riusciti a trovarlo). Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ovviamente (si parla di salario minimo da anni senza mai giungere a un risultato concreto…) ma l’intenzione del Ministero del Lavoro ci sarebbe.
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Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.