E' imminente il lancio di un radiotelescopio che 'ascolterà' i rumori dell'universo primordiale
L'obiettivo è riuscire ad ascoltare il silenzio dell'universo laddove il rumore terrestre non può arrivare
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Il radiotelescopio verrà piazzato sul lato nascosto della Luna per ascoltare i rumori dell'universo: ecco l'obiettivo finale
A breve gli astronomi potranno avere una risorsa in più per ascoltare il silenzio dell'universo. Si tratta del radiotelescopio LuSee-Night, che verrà collocato sul lato “nascosto” della Luna e che sarà dotato di tutte le tecnologie necessarie per poter captare i segnali radio più antichi mai ascoltati che si riferiscono all'epoca primordiale dell’universo quando sostanzialmente le stelle non esistevano ancora.
La partnership tra Nasa e Berkeley
Si tratta di un progetto che nasce dalla partnership tra Nasa e laboratorio universitario di Berkeley finalizzato ad indagare le dinamiche astronomiche relative a 13 miliardi di anni fa. Un progetto che ha richiesto investimenti notevoli e che ha coinvolto centri di ricerca avanzata. Sarebbero stati investiti milioni di dollari per questo progetto che sarà finalizzato ad ascoltare il silenzio dell'Universo, ma per quale ragione non è possibile ascoltare questi “rumori” dalla Terra? La risposta è semplice: il nostro pianeta è troppo rumoroso per captare i flebili segnali radio emessi dall’idrogeno primordiale.
L'obiettivo della missione
La presenza massiccia di satelliti, antenne, interferenze atmosferiche rappresenterebbero un ostacolo oggettivo all’ascolto delle cosiddette “linee a 21 centimetri" risalenti al cosiddetto medioevo cosmico. Collocare un radiotelescopio sul lato nascosto della Luna, significherebbe poter ascoltare il silenzio dell'universo laddove il rumore terrestre non può arrivare. La sfida che gli astronomi hanno dovuto affrontare è stata quella di realizzare uno strumento in grado di resistere a temperature proibitive che oscillano tra i -173°C e i +173°C. Un vero capolavoro di ingegneristica.
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Le prospettive future
Il radiotelescopio sarà dotato di una batteria da 50 kg che occuperà quasi metà della massa del dispositivo e che fornirà energia anche durante le lunghe notti lunari, in assenza di sole. Se tutto dovesse andare secondo i piani, si aprirebbe una nuova frontiera che consentirebbe di avere a disposizione osservatori radio permanenti sul nostro satellite. Un progetto che coinvolgerebbe anche l'Italia, alla quale è già stato affidato il compito di realizzare il primo modulo abitativo.
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