Tempeste solari, ecco cosa ci hanno insegnato gli eventi che si sono verificati tra l'11 e il 13 novembre
La grande sfida che ci attende in futuro è quella di trovare strumenti efficaci per prevedere le espulsioni di massa coronale
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Le ultime CME hanno causato notevoli disturbi alle comunicazioni radio: ecco perchè sono state utili per ESA e NASA
Le ultime eruzioni solari che hanno causato anche l'Aurora boreale visibile nei cieli italiani tra l'11 e il 13 novembre, solo apparentemente non hanno causato danni ai nostri apparati tecnologici. Si è trattato di un evento eccezionale che ha consentito indubbiamente all'Agenzia Spaziale Europea di poter acquisire dati fondamentali sulle radiazioni, ma ha inoltre consentito agli scienziati di trarre alcune lezioni significative.
Gli strascichi e le lezioni tratte dai recenti fenomeni
È vero che le tre espulsioni di massa coronale si sono succedute in rapida sequenza tra l'11 e il 13 novembre non hanno avuto conseguenze sulla funzionalità delle tecnologie a rischio, ma è altrettanto vero che le comunicazioni radio sono state disturbate in maniera evidente soprattutto nelle regioni del nostro pianeta più esposte al sole. Si sono verificati dei blackout radio che hanno riguardato alcuni paesi africani, asiatici ed europei. Si è trattato di un fenomeno piuttosto breve che non è durato più di un'ora, ma non per questo meno significativo.
Il Ground Level Ehancement
Ciò che più ha colpito gli scienziati è cstata l'osservazione di un fenomeno raro che in genere si verifica solo un paio di volte all'anno. Si tratta del fenomeno denominato Ground Level Ehancement, per effetto del quale particelle solari ed altissima energia si sono rivelate in grado di penetrare lo scudo magnetico terrestre, riuscendo a perforarne lo “schermo" che protegge il nostro pianeta.
L'effetto di questo fenomeno non è indifferente per il nostro pianeta perché tali particelle hanno la capacità di danneggiare i veicoli spaziali dando altresì vita a particelle secondarie che, se raggiungono il suolo, possono danneggiare seriamente importanti componenti elettronici. In ogni caso non tutto il male viene per nuocere. La tempesta solare a cui abbiamo assistito ha consentito agli scienziati di raccogliere dati utili e ha aiutato l'ESA a raccogliere dati preziosi soprattutto nell'ottica della progettazione di quei veicoli spaziali che dovranno essere approntati con lo scopo di resistere alle radiazioni del sole.
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Le missioni solari di ESA e NASA
Questi dati serviranno ad affrontare le due missioni solari che ESA e NASA effettueranno fuori dalla protezione magnetica terrestre. Si tratta delle missioni Soho e Solar Orbiter. Ciò che abbiamo capito, senza ombra di dubbio, è che bisogna fare dei passi in avanti significativi anche nell'ottica della previsione di questi fenomeni. Con gli strumenti di monitoraggio attuali riuscire a prevedere l'arrivo di una CME e la sua magnitudine rimane un'impresa davvero proibitiva. Proprio in quest'ottica sono in cantiere diversi progetti dell'ESA mirati a offrire una visione continua dell'attività solare è un monitoraggio più preciso delle condizioni di Space Weather lungo la direttrice che lega la Terra alla propria stella più luminosa. Se questi progetti dovessero andare in porto, sarà più facile identificare con tempestività eventi che potrebbero mettere a rischio il funzionamento dei nostri dispositivi.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.