Caso Garlasco, la criminologa Bruzzone non ha dubbi: ''E' difficile togliere...''

Caso Garlasco, la criminologa Roberta Bruzzone esprime il suo parere in merito alla riapertura delle indagini

Foto RaiPlay
1 di 2

Guarda la versione integrale sul sito >

Il caso Garlasco nuovamente al centro dell'attenzione mediatica

Da quando sono state riaperte le indagini sul caso Garlasco, non passa giorno senza che se ne parli su notiziari, quotidiani, siti web di informazione e trasmissioni televisive. E' fondamentale ricordate che il noto delitto avvenuto il 13 agosto 2007 nel suddetto comune lombardo, in provincia di Pavia, riguarda la morte di Chiara Poggi. In passato si è detto tanto su questo caso che ha suscitato grande attenzione mediatica in Italia, fino al 12 dicembre 2015 quando la Corte suprema di cassazione ha confermato definitivamente Alberto Stasi, fidanzato della vittima, come l'unico responsabile del delitto. Stasi, condannato a 16 anni di carcere, ha richiesto più volte la revisione del processo, ma ogni volta le sue istanze sono state respinte.

La criminologa Bruzzone non ha dubbi: "E' difficile togliere…"

La criminologa Roberta Bruzzone è stata intervistata da La Nazione riguardo gli sviluppi recenti sul caso di Garlasco. Ha detto che è difficile togliere Alberto Stasi dalla scena del crimine. Ogni particolare evidenzia come ci sia una coerenza nella verità storica emersa dai cinque livelli di giudizio. In ciò che potrebbe essere accaduto dopo che Chiara ha trovato sul computer del suo fidanzato quei materiali pornografici eccessivi e maniacali. Un evento scioccante che distrugge il piano di trascorrere la giornata insieme e apre a una serie di ambiguità che non sono mai state chiarite dalla difesa. La donna prosegue dicendo che aggiungere oggi protagonisti è dunque un'impresa molto complicata.

L'ipotesi indagativa sia in divenire

Bruzzone spiega di avere la sensazione che l'indagine sia in continua evoluzione, e che invece di restringere il campo, si sta espandendo, rivelando diverse fragilità. Poi aggiunge che le recenti analisi sul Dna mirano a rendere utilizzabili delle tracce che per lungo tempo sono state ritenute non valide sul fronte giudiziario. Ciò nonostante, si tratta di prove poco chiare. Riguardo alle intercettazioni, Bruzzone sostiene che ci si attende un importante cambiamento che possa influenzare la situazione. D'altra parte, l'ipotetica arma del delitto appare come un'altra teoria poco solida, visto che ci sono molte cose che è possibile scoprire ispezionando le acque anche dopo diversi anni. E' quanto riporta Il Tempo.it.


Guarda la versione integrale sul sito >

1 di 2
2 di 2

Guarda la versione integrale sul sito >

“Una specie di strategia del terrore"

Vista la situazione, viene chiesto alla nota criminologa perché si parla nuovamente dell'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Lei risponde che è proprio questa la questione. Allarmante. La competenza dei quattro giudici coinvolti potrebbe tranquillizzare riguardo ai motivi, ma non riesce a capire come si possa far crescere un'inchiesta che diventa sempre più confusa e sprovvista di obiettivi. Poi conclude che si genera paura per vedere se qualcuno cade “una specie di strategia del terrore".

Guarda la versione integrale sul sito >

2 di 2



Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.