Parkinson, i segnali principali della malattia e quali funzioni compromette
di Marco Reda
Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa complessa: ecco i segnali iniziali e le funzioni che possono essere compromesse dalla malattia
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Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa complessa che richiede grande attenzione ai primi segnali: ecco quali
Il morbo di Parkinson è una patologia neurodegenerativa che colpisce in modo progressivo il sistema motorio, causata dalla perdita dei neuroni dopaminergici responsabili del controllo dei movimenti. Con l'avanzare della malattia, le capacità motorie e altre funzioni dell'organismo possono deteriorarsi, di conseguenza riconoscere tempestivamente i sintomi rappresenta un elemento fondamentale per intervenire con le terapie più adeguate e rallentare l’evoluzione della patologia. Ecco quali sono i sintomi tipici di morbo di Parkinson, riportati da FondazioneVeronesi.it.
I segnali caratteristici
I primi sintomi della malattia, descritti dagli specialisti, riguardano soprattutto le difficoltà motorie: il tremore a riposo, spesso in una sola mano, è uno dei campanelli d'allarme più frequenti. A questo si aggiungono la rigidità muscolare e la bradicinesia, ovvero il rallentamento dei movimenti che rende più difficoltose anche le attività quotidiane più semplici. Un altro elemento tipico è l’instabilità posturale, che può aumentare il rischio di cadute e ridurre la sicurezza nel camminare. Col tempo la malattia non si limita più al comparto motorio: molti pazienti sviluppano disturbi dell'umore, depressione, ansia, alterazioni del sonno e, nei casi più avanzati, forme di demenza.
Le funzioni compromesse
Sebbene il morbo di Parkinson sia noto soprattutto per i suoi effetti visibili sul movimento, la malattia coinvolge molte altre aree del funzionamento cerebrale e dell’organismo. Oltre ai problemi motori (equilibrio compromesso, difficoltà di coordinazione e movimenti rallentati) si verificano spesso disturbi non motori che incidono in maniera significativa sulla vita quotidiana. Possono emergere alterazioni cognitive, difficoltà di concentrazione e memoria, cambiamenti comportamentali e disturbi psichici come depressione e ansia. Anche il sistema autonomo può essere coinvolto, generando problemi gastrointestinali, variazioni della pressione arteriosa, alterazioni del sonno e affaticamento persistente.
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Le cure disponibili
Ad oggi non esiste una cura definitiva per il Parkinson, tuttavia sono disponibili numerose terapie in grado di gestire i sintomi in modo efficace per molti anni. La prima linea di trattamento è generalmente farmacologica, con l'utilizzo di levodopa e agonisti dopaminergici, studiati per reintegrare la dopamina o stimolare le aree cerebrali coinvolte. Le dosi devono essere adattate caso per caso poiché la risposta ai farmaci è altamente individuale. Quando la terapia orale non offre più un controllo adeguato dei sintomi, si può ricorrere alla stimolazione cerebrale profonda, un intervento neurochirurgico regolabile e reversibile che modula le aree cerebrali responsabili dei disturbi motori. Accanto ai trattamenti medici, la riabilitazione motoria (comprese fisioterapia, esercizi posturali, idroterapia e tecniche di apprendimento motorio) svolge un ruolo fondamentale nel preservare mobilità, equilibrio e qualità della vita.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.
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