Arresto cardiaco, ecco quali sono i sintomi premonitori più frequenti che non bisogna mai trascurare
Nella maggior parte dei casi sono stati i problemi respiratori e il dolore toracico i sintomi più frequenti lamentati dai pazienti andati poi in arresto cardiaco
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Ecco i risultati di un recente studio effettuato da una equipe di scienziati danesi
Da sempre si dibatte in seno alla comunità scientifica sul fatto che un arresto cardiaco possa avvenire improvvisamente o se vi siano segnali premonitori che possono preludere ad un attacco cardiaco. E' vero che la maggior parte degli arresti cardiaci si manifesta in pazienti privi di fattori di rischio per malattie cardiache, ma tanti pazienti manifestano alcuni sintomi che dovrebbero indurli a intervenire tempestivamente. Sono tanti gli studi che sono stati pubblicati in questi anni sull'interpretabilità di tali sintomi e sui metodi da utilizzare per indagare la presenza di sintomi prodromici.
I risultati di una recente ricerca
Tanti studi si basano soprattutto sulle testimonianze dei pazienti e sui sintomi prodromici avvertiti prima di un attacco cardiaco. Tanti hanno dichiarato di aver accusato dolore toracico e problemi respiratori prima di avere l'infarto miocardico acuto vero e proprio, ma non tutti sono concordi nel ritenere questi sintomi i più comuni. Una recente ricerca svolta a Copenaghen e mirata ad identificare tutte le chiamate effettuate dai pazienti ai servizi di emergenza entro 24 ore prima di un arresto cardiaco extraospedaliero, ha evidenziato alcuni aspetti illuminanti che possono aiutarci ad identificare i sintomi premonitori da non sottovalutare.
Come è stata condotta la ricerca
Sono stati analizzati i dati relativi a 4.475 pazienti con arresto cardiaco extraospedaliero trattati dai servizi di emergenza di Copenaghen nel biennio 2016-2018. Dall'analisi di questi dati è emerso che fra i pazienti che hanno accusato arresto cardiaco extraospedaliero, l'11,8% ha chiamato il servizio di emergenza sanitaria 24 ore prima dell’arresto. I pazienti con una chiamata pre-arresto rispetto a quelli che non eseguivano questa chiamata in genere hanno accusato i sintomi principali durante le ore notturne e maggiori possibilità di sopravvivere a 30 giorni dopo l’evento. In genere la tipologia più comune di chiamante (un caso su due) è un amico, un familiare o uno sconosciuto. Soltanto nel 13% dei casi a chiamare i soccorsi è stata la stessa persona che ha accusato il malore.
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I sintomi più frequenti
Nella maggior parte dei casi sono stati i problemi respiratori, ancora più del dolore toracico (71% vs. 24%) i sintomi lamentati dal chiamante. Nel 27% delle chiamate, invece, non è stata fatta menzione di questi due sintomi. La maggior parte delle chiamate ha riguardato il numero di emergenza 112 (55% dei casi). Il tipo più comune di invio è stato una risposta urgente (55 % delle chiamate) e solo nel 17 % non è stato necessario alcun trattamento.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.