Influenza, la variante K è più contagiosa: ecco quali sono i sintomi per riconoscerla
Influenza, la variante K è più contagiosa: cos'è, quali sono i sintomi per riconoscerla, l'importanza dei vaccini
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Influenza, la variante K dominante
Una capacità di diffusione aumentata, che sta portando a un'epidemia di influenza più intensa e anticipata rispetto agli anni passati. Questa è la caratteristica principale della variante K del virus influenzale A(H3N2), che è diventata ormai prevalente. Come riporta tgcom24.mediaset.it, scopriamo cos'è, come riconoscerla e l'importanza dei vaccini.
Cos'è la variante K
Identificata in ambito scientifico come A/H3N2 J.2.4.1, la variante K è comparsa attorno ad agosto 2025 ed è stata soprannominata “super flu". Essa sembra svolgere un ruolo significativo nell'aumento dell'attività influenzale stagionale osservato a livello globale negli ultimi mesi. Questa variente si propaga più facilmente: le alterazioni presenti in essa rendono il virus meno riconoscibile dagli anticorpi, facilitandone così la diffusione tra la popolazione. Tuttavia, secondo l'Istituto superiore di sanità, alla maggiore capacità di trasmissione non si associa al momento “un incremento nella gravità delle manifestazioni cliniche". La diffusione della variante K avviene in un contesto già complicato, caratterizzato dalla presenza contemporanea di altri virus respiratori e da una popolazione che, negli ultimi anni, ha diminuito l'esposizione naturale ai virus influenzali.
Come riconoscerla dai sintomi
L'infezione da variante K è simile all'influenza tradizionale, poiché presenta sintomi identici: tosse, febbre, dolore alla gola, dolori muscolari e articolari, grande affaticamento e, in alcuni casi, sintomi gastrointestinali. Per verificare se si tratta veramente di influenza stagionale, è fondamentale considerare tre indicazioni principali: l'insorgenza rapida e improvvisa della febbre che supera i 38°C; la presenza di almeno un sintomo respiratorio (come tosse, secrezione nasale o naso chiuso, gola infiammata); e almeno un sintomo di carattere sistemico, ad esempio dolori muscolari o una notevole sensazione di fatica.
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L'importanza dei vaccini
Questo rende una grande parte della popolazione più vulnerabile all'infezione e alle sue conseguenze. In questa situazione, dicono gli esperti in epidemiologia, vaccinarsi ora rimane una scelta valida e caldamente consigliata, soprattutto per salvaguardare le persone più delicate e per limitare l'effetto del virus sul sistema della sanità. La variante K, secondo quanto riportato dall'Iss, presenta varie mutazioni a livello degli aminoacidi rispetto ai ceppi attualmente presenti nel vaccino per l'emisfero settentrionale. Aggiunge che i dati epidemiologici disponibili finora mostrano che non si nota un incremento nella gravità delle manifestazioni cliniche. E ancora, le prime stime indicano che i vaccini attualmente in uso continuano a offrire protezione contro l'ospedalizzazione anche se, in base ai dati attuali, non è possibile determinare la loro efficacia rispetto ai sintomi clinici della malattia.
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