Insufficienza renale cronica, il dottor Francesco Trevisani spiega quali sono i sintomi a cui prestare attenzione

Insufficienza renale cronica: ecco i sintomi a cui fare attenzione, riportati dal dottor Francesco Trevisani

Reni, Foto Pixabay.com
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Una malattia sottostimata ma in continuo aumento: ecco come si riconosce l'insufficienza renale cronica, i suggerimenti del dottor Francesco Trevisani

L'insufficienza renale cronica (IRC) è una condizione in cui i reni perdono progressivamente la capacità di filtrare scorie e liquidi in eccesso: si stima che nel mondo ne soffrano circa 850 milioni di persone, con una crescita legata all'invecchiamento e all’aumento di obesità e diabete. Questo disturbo è asintomatico nelle fasi iniziali: circa il 90% dei pazienti non sa di esserne affetto fino alla comparsa di complicanze gravi. La malattia è classificata in cinque stadi, dall'iniziale al terminale, che può richiedere dialisi o trapianto. Il dottor Francesco Trevisani, specialista in nefrologia presso l'IRCCS Ospedale San Raffaele, ha sottolineato per GruppoSanDonato.it quanto sia importante intercettare precocemente i segni della malattia.

I principali sintomi e fattori di rischio da monitorare

Nei primi stadi l'insufficienza renale cronica può non dare sintomi, tuttavia (come spiegato dal Dottor Trevisani) col tempo possono comparire sintomi come affaticamento persistente, gonfiore alle caviglie e alle gambe (edema); anasarca (edema consistente dei tessuti sottocutanei), perdita di appetito, nausea/vomito, prurito cronico della pelle, minzione frequente o ridotta, crampi muscolari, aumento della pressione sanguigna, rapido decadimento cognitivo e netta riduzione della massa muscolare (sarcopenia), a causa dell'accumulo di scorie nel sangue. Fattori di rischio importanti sono età superiore ai 60 anni, familiarità, ipertensione, diabete, obesità e abuso di farmaci antinfiammatori. Anche patologie renali, malattie autoimmuni, infezioni urinarie e terapie oncologiche possono predisporre alla malattia. Se non trattata questa malattia può causare gravi complicanze come anemia, scompenso cardiaco, problemi ossei, acidosi metabolica, iperfosforemia, iperkaliemia e decadimento cognitivo. Per questo è fondamentale l'intervento tempestivo di un nefrologo.

Come si diagnostica l’insufficienza renale cronica

La diagnosi avviene tramite esami del sangue, delle urine, calcolo del tasso di filtrazione glomerulare (GFR) ed esami di imaging. I valori di creatinina, azoto ureico, vitamina D, acido urico e bicarbonati indicano la funzionalità renale. Il GFR consente di valutare l’efficienza di filtrazione, ma non è sufficiente da solo: servono anche immagini renali e la ricerca di eventuale proteinuria. Una riduzione del GFR accompagnata da alterazioni strutturali dei reni o dalla presenza di proteine nelle urine è indice di IRC. Solo lo specialista può interpretare correttamente questi parametri e stabilire la presenza e lo stadio della malattia.


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La prevenzione passa dallo stile di vita e dalla dieta

Prevenire l'insufficienza renale cronica è possibile con una corretta gestione dei fattori di rischio. È importante mantenere uno stile di vita sano, fare attività fisica regolare, limitare l’uso di farmaci dannosi per i reni e seguire una dieta equilibrata. Un supporto fondamentale arriva dalla nutrizione: come indicano le linee guida KDOQI, una dieta con apporto calorico adeguato e controllo proteico aiuta a rallentare la progressione della malattia. La collaborazione tra nefrologo e nutrizionista è essenziale per mantenere il bilancio azotato e limitare il danno renale. Chi ha fattori di rischio dovrebbe eseguire controlli annuali per intervenire in tempo.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.