Miocardite, il professor Piepoli spiega quali sono i sintomi più comuni che non vanno ignorati
Che cos'è la miocardite, quali sono le cause, i sintomi a cui prestare attenzione e il trattamento
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Che cos'è la miocardite
Come riporta grupposandonato.it, la miocardite è un'infiammazione che colpisce il miocardio, il muscolo del cuore responsabile di pompare il sangue in tutto l'organismo. Di frequente, può presentarsi insieme alla pericardite, quando l'infiammazione coinvolge il pericardio, il sacco che circonda il cuore. E' fondamentale una diagnosi rapida della miocardite, poiché in molti casi può essere completamente curata se trattata in modo tempestivo, prevenendo possibili complicazioni gravi come l'insufficienza cardiaca o aritmie pericolose per la vita. Per approfondire l'argomento, il grupposandonato.it ne ha discusso con il professor Massimo Piepoli, Direttore dell'Unità Operativa di Cardiologia Universitaria Perioperatoria e Riabilitativa presso l'IRCCS Policlinico San Donato.
Le cause della miocardite
La miocardite può derivare da vari fattori, che si possono classificare principalmente come infettivi e non infettivi. Le infezioni virali sono la causa più frequente. I virus più comunemente implicati includono il virus di Coxsackie, il Citomegalovirus, il virus dell’epatite C, il virus dell'Herpes, l'HIV, l'Adenovirus e il Parvovirus. In queste circostanze, il virus agisce provocando un'infiammazione che attacca direttamente le cellule del muscolo cardiaco. Anche le cellule immunitarie dell'individuo possono essere coinvolte; nel tentativo di affrontare l'infezione, esse attivano una reazione infiammatoria contro il virus. Accade di rado, ma la miocardite può trovare la sua origine in infezioni batteriche, come quelle causate dallo streptococco o dallo stafilococco, oltre a funghi, protozoi o parassiti. Le cause non infettive comprendono diverse malattie autoimmuni e infiammatorie sistemiche, tra cui il lupus eritematoso, l'artrite reumatoide, la sclerodermia e la sarcoidosi, che possono innescare una risposta infiammatoria nei confronti del miocardio. La miocardite può essere causata anche da fattori esterni, come l'esposizione a farmaci, radio terapia o altre sostanze tossiche, che inizialmente possono indurre una risposta infiammatoria benefica, ma diventare dannosa se persistono nel tempo. Tra i farmaci si annoverano chemioterapici, antibiotici o antipsicotici, che possono innescare reazioni allergiche o attivare il sistema immunitario. Anche alcune sostanze stupefacenti come la cocaina o le anfetamine possono provocare un danno diretto alle cellule del cuore.
I sintomi della miocardite da non ignorare
La miocardite potrebbe presentarsi con sintomi generici che complicano la diagnosi della malattia, poiché simili a quelli di altre affezioni cardiache. Tra i sintomi più frequenti ci sono:
– dolore al petto, che ricorda quello dell'infarto;
– stanchezza e difficoltà respiratoria, anche durante sforzi leggeri;
– svenimenti o perdita di coscienza;
– palpitazioni o sensazioni di battito cardiaco irregolare;
– gonfiore alle gambe o ai piedi, nei casi severi di insufficienza cardiaca;
– sintomi simili a quelli influenzali, come febbre, dolori muscolari e debolezza, specie se la causa è un'infezione virale.
La gravità della patologia può variare in base al livello di compromissione cardiaca. Essa può apparire in forma acuta, con sintomi che si palesano all'improvviso e in modo marcato, o in una forma più insidiosa, con manifestazioni più lievi ma durature nel tempo.
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Come si cura la miocardite
La cura della miocardite cambia a seconda della causa e della severità della malattia. Nei casi meno gravi, è spesso sufficiente il riposo, con l'indicazione di evitare attività fisica fino a 6 mesi, insieme all'uso di farmaci antinfiammatori per alleviare l'infiammazione. Per le forme più gravi, come nel caso di malattie autoimmuni, possono essere necessari medicinali specifici, come corticosteroidi o farmaci immunosoppressori. In genere, il trattamento della miocardite richiedere un breve ricovero in ospedale per monitorare la risposta alla terapia e le condizioni del paziente. Nei casi più critici, la permanenza in ospedale può essere prolungata per gestire potenziali complicazioni, come insufficienza cardiaca o aritmie. In tali circostanze, possono essere necessarie anche terapie per sostenere la funzionalità cardiaca, comprese diuretici, beta-bloccanti o ACE-inibitori.
Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.