Reflusso esogastrofageo, quanto può durare e quali sono i segnali d'allarme

In genere la durata di un attacco di reflusso gastroesofageo varia da soggetto a soggetto: ecco i sintomi che si possono manifestare

Reflusso gastroesofageo (foto Pixabay)
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Se non viene trattato adeguatamente il reflusso può peggiorare: ecco cosa fare

Il bruciore di stomaco accompagnato da rigurgito acido rappresenta un fastidioso disturbo che colpisce milioni di italiani. Le cattive abitudini alimentari, lo stile di vita non irreprensibile e lo stress, possono essere alla base di questo disturbo molto comune che può durare a lungo se non viene trattato adeguatamente. Per comprendere quali sono le strategie più efficaci per combattere questo disturbo, occorre consultare uno specialista soprattutto se questo fenomeno dovesse ripetersi con elevata frequenza.

I sintomi

In genere la durata di un attacco di reflusso gastroesofageo varia da soggetto a soggetto. L'intensità dei sintomi può variare, così come la durata. Molte persone sperimentano attacchi di reflusso che possono perdurare anche per più di due settimane. In questo caso occorre consultare con urgenza uno specialista. Molto spesso il bruciore di stomaco viene anche accompagnato da rigurgito acido soprattutto quando ci si trova in posizione sdraiata o quando si va a dormire dopo aver mangiato pasti abbondanti. Questa condizione può anche essere accompagnata da altri sintomi come tosse cronica secca, nausea, raucedine e sensazione di amaro in bocca.

I disturbi che si possono accusare

Chi soffre di bruciore di stomaco può accusare anche disturbi alla respirazione che devono essere monitorati con attenzione. Esistono alcune regole efficaci che sono consigliati dagli esperti per accorciare o limitare la durata del reflusso esogastrofageo. La prima regola è sempre quella di contrastare i chili di troppo riducendo il peso. Il sovrappeso infatti aumenta la pressione addominale agevolando il reflusso. Soprattutto prima di andare a letto bisognerebbe evitare di consumare cibi grassi, caffè, cioccolato, cibo speziato, alcol e bibite gassate. La regola aurea rimane sempre quella di non andare a letto subito dopo aver mangiato. È sempre consigliabile attendere almeno due ore dopo i pasti prima di andare a letto. Un altro consiglio prezioso è quello di dormire sempre con la testa più in alto rispetto allo stomaco cercando di sollevare la testata del letto.


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I rimedi

Per chi soffre di questi disturbi è sempre opportuno eliminare o limitare il fumo e l'alcol cercando anche di gestire lo stress con tecniche di meditazione o di rilassamento. Nei casi più gravi il medico consiglierà di assumere dei farmaci inibitori della pompa protonica che riducono la produzione di acido. Questi farmaci vanno usati sempre con grande attenzione e per periodi limitati. Se il fenomeno dovesse persistere è opportuno sottoporsi ad indagini endoscopiche per escludere l'eventuale presenza di patologie, anche gravi, a carico dell'apparato digerente.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.