Reflusso gastroesofageo, il dottor Ugo Elmore spiega quali sono i sintomi e perché è importante non sottovalutarlo
Cos'è il reflusso gastroesofageo, cause, sintomi e perchè è essenziale non sottovalutarlo come spiega il Dottor Ugo Elmore
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Cos'è il reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo è un problema molto diffuso, che può manifestarsi in modo occasionale o cronico, ed è caratterizzato dai succhi gastrici che risalgono nell'esofago, causando di solito una sensazione di bruciore dietro allo sterno e rigurgito acido. Questa condizione si palesa specialmente dopo pasti abbondanti e complessi, quando ci si trova sdraiati o piegati in avanti, e può essere accompagnata da sensazioni di acidità e pesantezza gastrica. A volte, i segnali di questo disturbo possono colpire anche altri sistemi corporei, rendendo la diagnosi più difficile. Nella maggior parte delle situazioni, non rappresenta una condizione grave, ciononostante è essenziale un'adeguata diagnosi e cura per prevenire problemi più gravi. E' quanto riporta grupposandonato.it, che ne ha parlato con il Dott. Ugo Elmore, direttore del programma di Chirurgia Oncologica e Mininvasiva dell’apparato digerente e del peritoneo presso l'Unità Operativa di Chirurgia Gastroenterologica delll’IRCCS Ospedale San Raffaele, diretta dal Prof. Riccardo Rosati. A seguire, cause, sintomi e perché non sottovalutare la malattia da reflusso gastroesofageo.
Le cause del reflusso gastroesofageo
Il nostro corpo dispone di vari meccanismi di protezione per affrontare il reflusso, tuttavia, quando si perde l'equilibrio tra elementi difensivi e fattori favorenti, questa condizione patologica può manifestarsi. La causa pi comune di questa patologia è la compromissione della funzionalità della barriera tra esofago e stomaco, causata da un difetto struturale che porta a un eccesso di produzione di acido, oppure da anomalie nell'attività dell'esofago e dello stomaco. Altri fattori che possono contribuire o complicare la situazione sono la posizione supina; la gravidanza; l'aumento della pressione addominale principalmente dovuto a obesità; stitichezza; eccessiva attività lavorativa o sportiva; problemi respiratori; ernia iatale, che è spesso collegata al reflusso gastroesofageo in circa la metà dei casi. In questa condizione, una parte dello stomaco si sposta dalla cavità addominale a quella toracica, riducendo l'efficacia del meccanismo di difesa della valvola dello sfintere esofageo inferiore e facilitando il risalire del contenuto gastrico nell'esofago.
Reflusso gastroesofageo: quali sono i sintomi
Nella maggior parte dei casi, il reflusso gastroesofageo presenta pochi sintomi e può essere gestito con semplici modifiche nello stile di vita e nella dieta, oltre a eventuali terapie mediche. Solo in un numero limitato di situazioni è necessaria una valutazione diagnostica più approfondita. I segni caratteristici includono una sensazione di bruciore, che si avverte nella zona comunemente chiamata 'bocca dello stomaco' e dietro il torace, a volte con dolore che si irradia nella schiena e tra le scapole. Questa manifestazione assomiglia a quella di un infarto, quindi è essenziale escludere problemi di origine cardiaca. Rigurgito, che si definisce come la sensazione che il contenuto dello stomaco risale fino alla bocca, lasciando un retrogusto amaro. In aggiunta, ci sono molti sintomi atipici che possono essere complessi da diagnosticare e curare, tra cui l'alito cattivo, la tosse secca, fremiti in gola, infiammazioni della laringe, voce rauca, asma.
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Perché è fondamentale non sottovalutare il reflusso
E' molto importante non ignorare il reflusso e le sue complicazioni, poiché la mucosa esofagea, quando è sottoposta a contatto con acidi o bile, attiva vari meccanismi di difesa che provocano cambiamenti nelle cellule, un processo che in ambito medico è noto come 'metaplasia. La forma più grave di questo processo è l'esofago di Barrett, una condizione patologica che aumenta il rischio di sviluppare un tumore esofageo.
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