Sbloccare continuamente lo smartphone può avere conseguenze sul cervello: l'allarme lanciato dagli esperti
Chi controlla frequentemente il proprio smartphone può essere esposto ad un rischio maggiore di vuoti di memoria e concentrazione
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Essere costantemente attratti e concentrati sul cellulare può causare una dipendenza simile a quella dell'alcol o delle droghe
Quello di controllare il cellulare costantemente, in ogni momento della giornata, rappresenta ormai un riflesso condizionato che attanaglia un po' tutte le generazioni, soprattutto quelle più giovani. Un gesto ormai diventato automatico che può avere un impatto anche sul funzionamento del nostro cervello. Spesso, anche senza una valida ragione, continuiamo a fissare il nostro dispositivo perchè ne siamo costantemente attratti. Secondo gli scienziati, questa cattiva abitudine può impattare negativamente sulle nostre prestazioni cognitive quotidiane, alterando anche memoria e concentrazione.
Le statistiche sconvolgenti
I dati preoccupanti di questo fenomeno sono rappresentati in maniera plastica da un recente sondaggio diffuso dal Washington Post secondo il quale, 8 americani su 10 terrebbero il loro smartphone in camera (spesso sul comodino) durante le ore di sonno. Secondo un'altra statistica resa nota da Larry Rosen, professore emerito di Psicologia presso la California State University, gli studenti universitari americani in media sbloccherebbero circa 50 volte al giorno il proprio smartphone per leggere messaggi e news, in pratica rimarrebbero connessi per circa 4 ore e mezza ogni 24 ore.
La dipendenza patologica
Ciò che emerge in maniera evidente è che la maggior parte delle persone non si rende conto di avere sviluppato una sorta di dipendenza. Si tratta di una attività tutt'altro che edificante anche per la nostra salute, perchè ci porta a distrarci ripetutamente, perdendo cognizione di ciò che stiamo facendo. Un recente studio condotto da una università californiana ha dimostrato che ogni volta che una persona guarda il proprio smartphone mentre lavora, impiegherà quasi mezz'ora per ritrovare un livello di concentrazione adeguato per svolgere la propria mansione o l'attività che stava svolgendo.
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Come uscire fuori dal circolo vizioso?
La domanda che ci si pone è: la ritualità con cui ci dedichiamo al nostro smartphone dipende da noi? In realtà, secondo gli scienziati, si tratterebbe di una vera e propria dipendenza che emulerebbe quelle dipendenze tipiche di chi abusa di sostanze chimiche come l'alcol o stupefacenti. Esporsi continuamente ai dispositivi digitali creerebbe un circuito di gratificazione che attiva il sistema dopaminergico. In pratica si attiverebbe quel meccanismo cerebrale alla base delle sensazioni che scatenano piacere e desiderio. Non sono rari i casi di sindrome di astinenza diagnosticati in soggetti privati dell'uso del cellulare. E allora come uscirne fuori?
Secondo gli scienziati non ci resta altro da fare che concedersi frequenti pause nell'uso dello smartphone al fine di scongiurare il rischio di dipendenza, riequilibrando quel sistema di ricompensa che ci dona un falso piacere. Insomma, occorrerebbe utilizzarlo solo quando riteniamo necessario farlo, evitandone gli abusi o le consultazioni dettate solo dall'ozio o dal puro desiderio di evasione dalla realtà.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.