Sindrome dell'occhio secco, quali sono i sintomi e come si cura

Che cos'è l'occhio secco, quali sono i sintomi e le cause, come si cura

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Che cos'è l'occhio secco

La parte esterna dei nostri occhi è rivestita e difesa da una pellicola di lacrime, la quale presenta una composizione equilibrata di acqua, grassi e muco. Questa pellicola viene continuamente generata, distribuita e rinnovata in particolare grazie ai battiti delle palpebre. Ha un ruolo fondamentale: protegge, idrata e alimenta la zona più esposta dei nostri occhi. Questa pellicola è prodotta da varie ghiandole situate sulla superficie oculare e lungo il margine delle palpebre. Quando la pellicola lacrimale è insufficiente, non è distribuita correttamente o presenta una carenza di alcuni elementi, si può manifestare il problema noto come “occhio secco“. E' quanto riportato da santagostino.it.

I sintomi

I sintomi possono variare da una leggera sensazione a:

  • sensazione di sabbia negli occhi;
  • sensazione di avere qualcosa negli occhi;
  • bruciore e prurito;
  • occhi iniettati di sangue;
  • sensibilità alla luce (difficoltà a tenere gli occhi aperti in presenza di luce);
  • lacrimazione (è un effetto paradosso: gli occhi tentano infatti di ottenere maggiore umidità in ogni modo possibile, ma la composizione di queste lacrime è per lo più acquosa e quindi non riesce a compensare la mancanza di film lacrimale);
  • disturbi visivi come visione sfocata

Perché l'occhio diventa secco

Le motivazioni sono molte e spesso si presentano in un insieme di fattori. I principali sono:

  • anomalia nelle palpebre che provoca una chiusura imperfetta e un'eccessiva esposizione del bulbo oculare. Il corretto funzionamento delle palpebre è fondamentale poiché distribuiscono il film lacrimale su tutta l'area oculare; pertanto, se non funzionano adeguatamente, la diffusione di questo film risulta inefficace. Questa situazione si riscontra anche tra chi usa a lungo i computer, dove la prolungata visione dello schermo riduce il normale riflesso di ammiccamento, causando secchezza oculare;
  • problemi nella produzione di uno degli elementi del film lacrimale. Un esempio sono le blefariti, che sono infiammazioni croniche del margine palpebrale e che riducono in particolare la componente lipidica. Questa componente è cruciale poiché stabilizza il film lacrimale tra un ammiccamento e l'altro; in sostanza, se il film lacrimale risulta eccessivamente acquoso e poco grasso, tende a evaporare più rapidamente;
  • malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico, l'artrite reumatoide, la sclerodermia e la sindrome di Sjogren, che possono ridurre la parte acquosa del film (quella prodotta in maggiore quantità durante il pianto);
  • condizioni ambientali che influiscono sulla produzione e sulla salute della superficie oculare: inquinamento, fattori atmosferici, medicinali assunti, aria condizionata e riscaldamento, oltre ai risultati di un intervento chirurgico refrattivo, solo per fare alcuni esempi;
  • uso scorretto delle lenti a contatto.


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Come si cura la sindrome dell'occhio secco

In generale, è molto utile identificare la causa del problema per poter intervenire sulle sue origini, ma sovente, come abbiamo già accennato, il problema ha diverse cause e il trattamento di concentra principalmente sul ripristinare una corretta idratazione della superficie. I sostituti lacrimali, noti anche come “lacrime artificiali" rappresentano il trattamento principale. Devono essere utilizzati regolarmente: frequentemente si tende a sottovalutarne l'efficacia e a utilizzarli solo all'insorgere del fastidio. Ma a quel punto, si è oltre il momento migliore per un buon risultato. E' necessario usarli spesso e per un periodo che può risultare piuttosto lungo. La pulizia delle palpebre è di frequente cruciale per garantire un buon funzionamento delle ghiandole presenti lungo il bordo delle palpebre; gli impacchi caldi e umidi sono particolarmente utili. Il vostro oculista potrebbe raccomandare antibiotici e/o farmaci antinfiammatori, sia locali che sistemici, a seconda della gravità della situazione terapeutica. Ci sono anche trattamenti meno invasivi o addirittura chirurgici per i casi più gravi (tra cui il trattamento con luce pulsata, i puntini occlusivi, la chiusura dei puntini con cauterio o tarsoraffia, e il trapianto di membrana amniotica). E' sicuramente importante non dimenticare di adottare una serie di accorgimenti per limitare l'effetto dei fattori ambientali (prendere pause quando si lavora a lungo al computer, impiegare umidificatori in ambienti secchi, oppure indossare occhiali protettivi che possano contribuire alla creazione di una “camera umida”).

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Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.