SLA, la Dottoressa Elisa Canu spiega quali sono i sintomi silenziosi della malattia
di Marco Reda
La sclerosi laterale amiotrofica non colpisce solo i muscoli: ecco i segnali "silenziosi" spiegati dalla Dottoressa Elisa Canu
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La SLA è una malattia neurodegenerativa grave che può rivelarsi rapidamente fatale: ecco i sintomi “silenziosi" presentati dalla Dottoressa Elisa Canu
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurologica progressiva e altamente invalidante che danneggia le cellule nervose responsabili del controllo dei movimenti muscolari. Questo processo causa, nel tempo, la paralisi dei muscoli volontari e compromette funzioni vitali come respirazione, deglutizione e parola. È considerata una patologia fatale con una sopravvivenza media di soli tre o quattro anni dalla diagnosi. Intercettare i segnali iniziali è quindi essenziale, anche se alcuni di questi possono essere subdoli, “silenziosi" e poco evidenti. La dottoressa Elisa Canu, ricercatrice dell'IRCCS Ospedale “San Raffaele" di Milano, ha parlato su Hsr.it dei principali sintomi da tenere d'occhio.
Sintomi motori e segnali precoci
Nella fase iniziale della malattia la maggior parte dei pazienti si presenta con disturbi motori come debolezza muscolare, rigidità e perdita di massa muscolare. In alcune forme, più aggressive, possono emergere anche difficoltà respiratorie, disartria (cioè problemi nella pronuncia delle parole) e disturbi della deglutizione. Ma la dottoressa Canu ha spiegato che nel 30-50% dei casi possono comparire anche problemi di tipo cognitivo e comportamentale. Questi sintomi non si manifestano in modo evidente, ma emergono lentamente e spesso passano inosservati sia dal paziente stesso sia dai familiari.
I sintomi cognitivi più subdoli
I pazienti con SLA possono sviluppare alterazioni cognitive legate alla cosiddetta “cognizione sociale", ovvero la capacità di comprendere emozioni, intenzioni e stati mentali degli altri. Secondo la Dottoressa Canu questi pazienti mostrano spesso una ridotta capacità di riconoscere le emozioni nei volti, in particolare quelle negative come rabbia, tristezza e disgusto. In molti casi compare anche l'anosognosia, ovvero l'incapacità di rendersi conto del proprio deterioramento cognitivo. Le aree più coinvolte sono quelle del cervello che regolano le funzioni complesse come la pianificazione, la flessibilità mentale e il controllo degli impulsi.
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Cause, limiti delle cure e importanza della valutazione cognitiva
Le cause precise della SLA non sono ancora del tutto note, anche se si ipotizzano fattori genetici, ambientali e ossidativi che contribuiscono alla degenerazione dei motoneuroni. Attualmente non esistono cure in grado di fermare la progressione della malattia. Alcuni farmaci possono rallentare lievemente il decorso ma la speranza è riposta nella ricerca, soprattutto sugli aspetti cognitivi e comportamentali, ancora poco esplorati. È fondamentale, secondo la Dottoressa Canu, eseguire una valutazione neuropsicologica approfondita fin dai primi sintomi per comprendere quanto le capacità mentali siano ancora integre.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.
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