Trombosi venosa profonda, ecco quali sono i sintomi che non vanno sottovalutati e come prevenirla

Trombosi venosa profonda: in cosa consiste, quali sono le cause e i sintomi da non sottovalutare. Come prevenirla

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Che cos'è la trombosi venosa profonda

Come riporta humanitas.it, la trombosi venosa profonda è una condizione medica contraddistinta dalla creazione di un coagulo di sangue, noto come trombo, in una o più vene situate in profondità, solitamente nelle gambe. I trombi sono masse solide composte da piastrine, globuli rossi e globuli bianchi bloccati in una rete formata dalle proteine che favoriscono la coagulazione del sangue. Questa malattia può avere conseguenze gravi, ma se individuata nelle sue fasi iniziali, può essera curata in modo efficace e, in molti casi, prevenuta facilmente. La trombosi venosa profonda rappresenta una situazione grave: i coaguli sanguigni che si formano nelle vene profonde possono rompersi in frammenti più piccoli noti come emboli e muoversi fino ai polmoni, dove possono ostacolare il flusso sanguigno, provocando quella che è conosciuta come embolia polmonare, ovvero un infarto del polmone.

Le cause della trombosi venosa profonda

La trombosi venosa profonda è provocata dalla formazione di un coagulo di sangue in una o più vene che si trovano in profondità. L'origine di questo coagulo può derivare da cambiamenti nella parete dei vasi sanguigni, nel flusso sanguigno o da un incremento della tendenza alla coagulazione del sangue. Esistono diversi fattori, generalmente acquisiti e temporanei, che possono incrementare il rischio di sviluppare trombosi venosa profonda:

– stare seduti o sdraiati per periodi prolungati (come durante un volo o una degenza ospedaliera);

– ospedalizzazione per patologie infiammatorie o infettive oppure per sottoporsi a chemioterapia per malattie polmonari;

– lesioni od operazioni chirurgiche;

– eccesso di peso e obesità;

– uso di tabacco;

– gravidanza;

– uso di contraccettivi orali o di terapia ormonale sostitutiva;

– alcuni tipi di cancro;

– insufficienza cardiaca;

– essere portatori di pacemaker o altri cateteri venosi.

Tutti questi fattori, per lo più temporanei, possono aumentare il rischio se si è già soggetti a trombofilia, ovvero se si possiedono anomalie più o meno gravi, talvolta di origine genetica, nelle proteine coinvolte nella coagulazione del sangue.

I sintomi della trombosi venosa profonda

La trombosi venosa profonda tende a non presentare sintomi evidenti (sensazione di pesantezza, dolore temporaneo simile a crampi in un polpaccio) nelle sue fasi iniziali e le prime manifestazioni allarmanti possono apparire quando si sono già verificate complicazioni più gravi:

– gonfiore e dolore acuto alla gamba o alla caviglia;

– temperatura elevata al tatto e cambiamenti nel colore della pelle nella zona colpita (che può apparire chiara, arrossata o bluastre).

E' fondamentale prestare attenzione anche ai segnali di allerta che potrebbero suggerire la presenza di emboli nei polmoni, come:

– difficoltà a respirare (dispnea) sia a riposo che durante l'attività fisica, solitamente con insorgenza rapida;

– cambiamenti improvvisi del battito cardiaco;

– tosse con presenza di sangue;

– dolore al petto, sia nella parte anteriore che posteriore, in genere con insorgenza brusca e di natura lancinante, simile a una coltellata.


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Trombosi venosa profonda: come prevenirla

Per prevenire la formazione di trombosi venosa profonda, è consigliabile seguire le raccomandazioni del medico, che potrebbero richiedere l'uso di medicinali o l'impiego di calze compressive in situazioni a rischio. E' importante non rimanere fermi per lunghi periodi, se si deve restare seduti a lungo, è consigliabile alzarsi di tanto in tanto o muovere le gambe, almeno le caviglie. Mantenere un peso sano, astenersi dal fumare ed esercitarsi quotidianamente contribuisce a diminuire i pericoli. In questo contesto, l'attività fisica è cruciale: uno stile di vita attivo infatti previene il sovrappeso e l'obesità. Inoltre, le donne dovrebbero astenersi dall'assumere contraccettivi estroprogestinici o sostituti ormonali dopo la menopausa in presenza di una storia familiare di trombosi, obesità o fumo. Se tali farmaci sono necessari, è essenziale consultare un esperto in emostasi e trombosi prima di utilizzarli.

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Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.