Uveite, il dottor Francesco Sandolo spiega quali sono i sintomi che non vanno sottovalutati

Uveite, il Dott. Francesco Sandolo spiega quali sono i sintomi che non vanno sottovalutati. Cos'è questa condizione, cause e diagnosi

Occhio, immagine di repertorio. Fonte foto: pxhere.com
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Cos'è e chi colpisce l'uveite

L'uveite è una rara infiammazione dell'occhio che interessa l'uvea e può avere conseguenze serie. Quindi si tratta di una condizione che richiede un'adeguata attenzione. E' ciò che dice il grupposandonato.it, che poi ne parla con il capo dell'U.O. di Oculistica dell'Istituto di Cura Città di Pavia, il dott. Francesco Sandolo. L'uvea è la parte dell'occhio che contiene vasi sanguigni e pigmenti e si compone di tre sezioni: iride, corpo ciliare e coroide. L'uveite può colpire l'iride (uveite anteriore), il corpo ciliare (uveite intermedia) o la coroide (uveite posteriore). In alcuni casi, l'infiammazione dell'uvea può coinvolgere tutte e tre le parti e propagarsi anche alla sclera e alla retina. Questa patologia colpisce solitamente gli adulti, ma anche i bambini possono esserne affetti. Tale condizione può causare gravi danni alla vista con implicazioni permanenti per gli occhi. Nei casi più severi, senza un intervento tempestivo, c'è il rischio di perdere completamente la vista.

I sintomi dell'uveite

I sintomi dell'uveite possono variare in base al tipo di uveite. Lo specialista fornisce un spiegazione dettagliata.

I sintomi delle uveiti anteriori:

Le uveiti anteriori sono le più comuni. Arrossamento dell'occhio e un fastidio particolare alla luce (fotofobia), sono sintomi riscontrati di frequente. Il dottor Sandolo afferma che di solito l'uveite è anche accompagnata da un abbassamento della vista e da dolore costante. E' consigliabile consultare uno specialista se, dopo aver usato colliri o lacrime artificiali decongestionanti, non si riscontra un miglioramento entro pochi giorni.

I sintomi delle uveiti intermedie:

Le uveiti intermedie, che interessano la parte posteriore del corpo ciliare nota come pars plana, rappresentano meno del 10% di tutte le uveiti. I sintomi sono lievi e comprendono una leggera perdita di acuità visiva; una percezione di piccole macchie scure e/o filamenti (miodesopsie o mosche volanti); un fastidio indeterminato può manifestarsi quando si verifica una sclerite o una miosite nei muscoli esterni dell’occhio. Per questa ragione, il paziente si rivolge all'oculista quando si manifestano complicanze che compromettono la visione, come cataratta ed edema maculare cistoide.

I sintomi delle uveiti posteriori:

Le infiammazioni della parte posteriore dell'uvea sono note come coroiditi o corioretiniti, poiché coinvolgono anche retina e corpo vitreo nel processo infiammatorio. Nelle coroiditi si riscontrano sintomi visivi, tra cui: fotopsie (flash); visione distorta o metamorfopsie in caso di coinvolgimento retinico; miodesopsie causate dalla vitreite. Il paziente solitamente percepisce solamente un offuscamento visivo dovuto all'intorbidamento del vitreo e la visione risulta alterata solo in presenza di coinvolgimento maculare.

Uveiti: cause

Sulle cause delle uveiti non c'è molto da dire. Infatti, le ragioni che portano alle uveiti non sono sempre facili da identificare. Essendo un'infiammazione, può derivare da infezioni batteriche o virali, traumi, ma frequentemente si inserisce nel contesto di molte patologie autoimmuni sistemiche.

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La diagnosi dell'uveite

Per individuare clinicamente le uveiti, lo specialista spiega che è essenziale sottoporsi una visita oculistica che includa, oltre alla raccolta della storia clinica: la valutazione dell'acuità visiva; la misurazione della pressione intraoculare; l'analisi del segmento anteriore e del fondo oculare. E' indispensabile anche condurre esami strumentali quali la fotografia del segmento anteriore; la retinografia e la fluorangiografia della retina; la tomografia ottica con radazione coerente; e, se necessario, l'Angio-OCT. Stabilire la causa dell'uveite rappresenta spesso una sfida clinica complessa e irrisolta, nonostante le indagini seguite. A meno che la storia clinica e i dati clinici non suggeriscano un'origine possibile (come infezioni da tubercolosi, herpes, malattie autoimmuni o traumi), è necessario eseguire esami ematochimici, sierologici e immunologici.

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Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.