20 maggio 2012, l'inizio dell'inferno in Emilia
Sono passati tre anni dal terremoto in Emilia: una ferita ancora aperta
Sembrava una notte come tante altre; in tanti aspettavano il giorno festivo della domenica, i più giovani invece in quella notte erano ancora in giro tra i locali e le discoteche della zona e poi c'è chi invece era pronto dentro alcuni capannoni industriali al proprio turno di lavoro. In comune tra tutti, la sorpresa: improvvisamente, la notte di riposo o in discoteca oppure, ancora, in fabbrica ha iniziato a rappresentare un dramma. In piena notte, una scossa di terremoto magnitudo 5.9 colpiva l'Emilia: succedeva tutto esattamente tre anni fa. Il 20 maggio 2012 era una notte tra sabato e domenica; la tranquillità della quotidianità della pianura emiliana, veniva scossa da un tremore che da queste parti nessuno aveva mai avvertito così forte. Le province di Modena e Ferrara si trasformavano in un autentico inferno: Finale Emilia, Mirandola, Medolla, San Felice sul Panaro e poi ancora Carpi e tanti altri comuni, vedevano la loro vita stravolta. Sette le vittime in quella notte, centinaia gli sfollati: a crollare alcuni monumenti simbolo della zona, come la torre dell'orologio di Finale Emilia, ma anche tante case costruite apparentemente con criteri antisismici e diversi moderni capannoni industriali, dove si registrava il numero più elevato di vittime.
Ma quella del 20 maggio era solo l'inizio purtroppo; dopo giorni di scosse di assestamento e di una quotidianità fatta di tendopoli e soccorsi, il 29 maggio un'altra scossa molto forte di magnitudo 5.8 uccideva altre 20 persone e gettava nello sconforto un'intera regione. Oggi l'Emilia sembra riprendersi, ma la strada per la ricostruzione e la normalità è ancora lunga e difficile ed interi paesi e frazioni risultano ancora gravemente danneggiati.