La Niña sempre più probabile: continua il raffreddamento del Pacifico equatoriale
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Nel Pacifico equatoriale si è tornati a condizioni neutrali ma è allerta per La Niña con il continuo raffreddamento delle acque.
Nel Pacifico equatoriale si è tornati a condizioni neutrali ma è allerta per La Niña con il continuo raffreddamento delle acque. Fonte: bom.au.gov
La Niña sempre più probabile: continua il raffreddamento del Pacifico equatoriale – 07 giugno 2016 – Tutti i principali indicatori delle condizioni di El Niño sono ormai scesi sotto la soglia critica, con il Pacifico equatoriale che è tornato a condizioni neutrali dopo oltre un anno in cui si è registrato uno degli eventi più intensi mai registrati, con valori comparabili all'evento record del 1997-1998. Con El Niño ormai definitivamente esaurito, non è però terminata l'allerta nel Pacifico, perché ora stanno aumentando le possibilità che nei prossimi mesi possa svilupparsi il suo opposto, ovvero La Niña. Dopo il picco raggiunto da El Niño a cavallo tra dicembre e gennaio scorsi, le acque del Pacifico equatoriale hanno iniziato a raffreddarsi, con questo raffreddamento, che ha portato le anomalie delle acque superficiali dell'Oceano a +0.1°C, che ancora non è terminato portando la zona sempre più verso una condizione di La Niña.
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Non smette l'allerta nel Pacifico equatoriale quindi, dove dopo un El Niño quasi record, i principali modelli danno sempre più peso all'ipotesi che possa svilupparsi il suo opposto, La Niña, con il 50% di possibilità che i principali indicatori, gli stessi di El Niño, oltrepassino la soglia limite già nei prossimi mesi. La Niña, esattamente come il suo opposto, a seconda della sua intensità può avere effetti anche a livello globale, ma in particolre influenzerà il clima soprattutto delle Americhe, dell'Asia e dell'Oceania. In particolare, in Asia La Niña porta ad una diversa distribuzione dei cicloni tropicali, i quali tendono ad interessare maggiormente le coste sud orientali della zona. Nel Nord America invece La Niña porta precipitazioni sopra media nel Midwest, sulle montagne Rocciose ed in generale sugli stati della West Coast, mentre sul resto degli USA il clima diviene più secco: in Canada, La Niña porta inverni più freddi e nevosi. Al contrario di El Niño poi, la stagione degli uragani tende ad essere sopra media nell'Atlantico, mentre si formeranno meno sistemi nel Pacifico.
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Non smette l'allerta nel Pacifico equatoriale dove dopo un El Niño quasi record, c'è il 50% di possibilità che possa svilupparsi il suo opposto, La Niña. Fonte: cpc.ncep.noaa.gov
Nell'America Latina, La Niña ha un impatto disastroso soprattutto su Perù e Cile, dove solitamente si assiste a lunghi periodi siccitosi, mentre sul Brasile e sulle Ande orientali le precipitazioni saranno sopra media con il rischio di diffuse alluvioni. Episodi di La Niña sono stati registrati in particolare nel 1904, 1908, 1910, 1916, 1924, 1928, 1938, 1950, tra il 1954 e il 1957, 1964, 1970–1972, 1973–1976, 1983–1985, 1988-1989, 1995–1996, 1998-2001, 2007–2008 e tra il 2010 e il 2012. Ora che El Niño si è definitivamente esaurito, i modelli sono sempre più propensi a vedere uno scenario dominato da La Niña nel prossimo futuro, con le condizioni neutrali che avranno quindi vita breve: c'è il 50% di possibilità infatti che questa possa svilupparsi già nella prossima estate boreale ma vi invitiamo a seguire tutti i prossimi aggiornamenti perché una tale tendenza necessita ancora di ulteriori conferme.
a cura di Martina Rampoldi
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