Sangue nelle urine, il Dottor Lovisolo svela le cause e i fattori di rischio: ecco quando rivolgersi al medico

Ecco cosa c'è dietro il sangue nelle urine e i suggerimenti del Professor Lovisolo

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Il Professor Jon Lovisolo ha spiegato cosa si cela dietro il sangue nelle urine

Notare sangue nelle urine, anche in quantità minime, è sempre un campanello d'allarme che merita attenzione medica. Questo sintomo, noto con il termine medico “ematuria“, può manifestarsi in forma visibile (macroscopica) o invisibile all'occhio umano (microscopica), ma in entrambi i casi richiede approfondimenti clinici e non va mai banalizzato. Il Dottor Jon Lovisolo, urologo presso l'Istituto Clinico Villa Aprica di Como, ha spiegato a GruppoSanDonato.it le principali cause legate all’ematuria e i fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare patologie più serie.

Le principali cause dell'ematuria

Il sangue nelle urine può avere numerose origini, alcune anche molto gravi. Tra le più comuni ci sono le infezioni urinarie, i calcoli renali o vescicali e le infiammazioni della prostata. Il Dottor Lovisolo sottolinea come la preoccupazione maggiore sia legata alla possibilità di tumori a carico di vescica, reni o uretra. Anche l'uso prolungato di farmaci anticoagulanti o problemi di coagulazione del sangue possono causare ematuria. Tra le altre possibili cause figurano traumi, malformazioni congenite e perfino l'attività fisica troppo intensa. Una forma particolare è la cosiddetta “macroematuria totale", ovvero quando il sangue è presente durante tutta la minzione, il che può fornire un'indicazione utile sulla sede del sanguinamento.

Fattori di rischio da considerare

Secondo Lovisolo alcuni elementi aumentano in modo significativo il rischio che l’ematuria sia causata da una patologia grave. L’età avanzata, il sesso maschile e l’abitudine al fumo sono tra i principali fattori da monitorare. In particolare, il fumo è responsabile del 50% dei casi di tumore alla vescica poiché le sostanze nocive inalate vengono filtrate dai reni e finiscono per accumularsi nella vescica. Anche l'esposizione professionale a sostanze chimiche pericolose può influire. Le linee guida consigliano approfondimenti diagnostici per tutti i pazienti sopra i 35 anni con microematuria, soprattutto in presenza di uno o più di questi fattori.


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Diagnosi e terapie possibili

Il trattamento dell’ematuria dipende dalla causa che la genera: dopo l'esame delle urine il medico può prescrivere analisi citologiche, una TAC con mezzo di contrasto o una cistoscopia per osservare direttamente le vie urinarie. Se viene individuato un calcolo si procede con la sua espulsione e in caso di infezioni si utilizzano antibiotici mirati. La macroematuria può provocare ritenzione urinaria a causa dei coaguli: in questi casi è necessario ricorrere a lavaggi vescicali o al cateterismo. Quando alla base c’è un tumore, invece, si avvia un percorso terapeutico oncologico. Nei casi più gravi si può arrivare all'intervento chirurgico o a tecniche di embolizzazione eseguite da radiologi interventisti.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.