El Niño: scendono le probabilità di un suo sviluppo nei prossimi due mesi

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Scendono a circa il 50-60% le probabilità che El Niño si possa sviluppare entro i prossimi due mesi.

El Niño: scendono le probabilità di un suo sviluppo nei prossimi due mesi – 16 gennaio 2015 – E' stata diminuita al 50-60% la probabilità che durante i prossimi due mesi il fenomeno conosciuto come “El Niño” si sviluppi definitivamente nell’Oceano Pacifico intertropicale, dopo che a dicembre era salita fino al 70%. El Niño, abbreviazione di ENSO (El Niño Southern Oscillation), è una teleconnessione atmosferica, in cui sono accoppiate l’oscillazione meridionale atmosferica (Southern Oscillation), che consiste in un cambiamento dei livelli di pressione nel Pacifico centro-occidentale, ed El niño, ovvero la componente oceanica, che invece consiste in un riscaldamento delle correnti marine nel Pacifico centro orientale: quando siamo in fase di El niño, contemporaneamente la pressione sul Pacifico occidentale è alta e viceversa. Intanto qui puoi consultare il tempo previsto nella tua zona per oggi e per i prossimi giorni.

Scende al 50-60% la probabilità che El Niño si possa sviluppare nei prossimi due mesi. Fonte: moviespictures.org

Non è ancora chiaro il motivo principale per cui El niño si sviluppi: molti sono i parametri che giocano un ruolo egualmente importante anche se non si può individuare in nessuno di essi la causa scatenante. Infatti, El niño consiste in un riscaldamento anomalo delle acque lungo le coste di Ecuador e Perù, che fa aumentare di conseguenza la temperatura dell’aria che a sua volta fa diminuire il gradiente di pressione tra le due parti, Est e Ovest, dell’Oceano Pacifico: in questo modo vengono debilitati anche gli alisei che spirano tra Perù ed Indonesia, essendo minore la differenza di pressione, ed in questo modo diminuisce anche la risalita delle acque dal fondale, che sono più fredde. Il mancato affioramento di acqua profonda, legato alla diminuzione dei venti, fa in modo che le acque superficiali si riscaldino, riportandoci nuovamente alla situazione iniziale: in questa maniera, non importa quale sia il fenomeno scatenante, poichè una volta che una qualsiasi di queste situazioni si verifichi, viene messo in moto il loop che porta alla formazione de El niño. Alcuni dei parametri presi in considerazione per capire se El niño possa svilupparsi o meno, ovvero la temperatura superficiale e in profondità del mare, la temperatura dell’aria, il gradiente di pressione e l’intensità degli alisei, sono comunque oltre la soglia per cui inizia l’allerta pur con la probabilità che il fenomeno possa svilupparsi nei prossimi due mesi abbassate al 50-60%, dopo che a dicembre era stata aumentata fino al 70%: la temperatura supreficiale del mare sta continuando a mantenersi circa +0.5°C sopra la media, così come la temperatura in profondità, però in progressivo ritorno verso la situazione neutrale dopo essere stata anche di circa +3°C sopra la media, mentre sia i venti che la pressione stanno fluttuando attorno alla media. Le conseguenze de El niño a livello di circolazione atmosferica interessano soprattutto la zona dell’Oceano Pacifico: per esempio le piogge che solitamente si concentranno sull’Indonesia si spostano verso il centro dell’Oceano, mentre il clima diventa più mite sulle coste nord occidentali di Stati Uniti e Canada. A livello economico invece, El Niño ha una grande influenza negativa sul commercio dei paesi come Ecuador e Perù, poichè durante questo fenomeno la pesca diventa molto difficile lungo le coste, proprio per la mancata risalita di crostacei dai fondali più profondi.

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