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Meteo – El Niño è ufficialmente iniziato secondo il report della NOAA con probabile evento intenso; le ultimissime

Meteo - El Niño è ufficialmente iniziato secondo il report della NOAA con probabile evento intenso tra il prossimo Autunno ed Inverno

Meteo – El Niño è ufficialmente iniziato secondo il report della NOAA con probabile evento intenso; le ultimissime
Anomalie termiche superficiali oceaniche (SSTA), positive nel Pacifico equatoriale; fonte climate.gov

El Niño ai nastri di partenza!

Buona domenica e ben ritrovati a tutti gli affezionati lettori del Centro Meteo Italiano! Con un avviso emesso lo scorso 8 giugno, la NOAA ha ufficializzato l’avvio de El Niño. Dopo un’assenza di 4 anni, l’ultimo evento terminò nel trimestre maggio-giugno-luglio del 2019, torna quindi la fase calda dell’ENSO con la fine della fase fredda (La Niña) iniziata nell’estate del 2020. Vediamo di cosa si tratta e cosa comporterebbe nella circolazione atmosferica generale.

El Niño, di cosa si tratta?

Schema della circolazione atmosferica durante il fenomeno de El Niño in seguito alle anomalie superficiali oceaniche di temperatura ( arancione positive, azzurro negative). Fonte climate.gov

El Niño è la fase calda dell’ENSO, opposta quindi a quella fredda de La Niña. Senza scendere nei dettagli, si riferisce ad un riscaldamento periodico delle temperature superficiali oceaniche del Pacifico equatoriale centrale e centro-orientale, con un’anomalia di oltre +0.5°C per almeno 3 mesi, influenzando anche i valori pressori atmosferici del Pacifico equatoriale. L’accoppiato scambio di calore oceano-atmosfera porta quindi ad un riscaldamento anche dell’atmosfera sopra il Pacifico tropicale centrale e orientale; El Niño ha ripercussioni anche  sulla circolazione atmosferica globale intensificando la circolazione di Hadley, in cui il calore viene trasferito dalla superficie terrestre all’alta atmosfera attraverso la convezione e il riscaldamento latente.

Previsioni prossimi mesi, probabile un evento forte?

Secondo le previsioni modellistiche, le probabilità che diventi un evento forte, ovvero con un’anomalia di oltre +1.5°C nella regione di Niño 3.4,  è del 56 % a partire dal trimestre novembre-dicembre-gennaio, mentre le probabilità che si verifichi almeno un evento moderato sono circa dell’84%. Un indicatore del passaggio alla fase di El Niño è stato anche un indebolimento della cellula di Walker; nell’ultimo mese gli alisei sono risultati più deboli sul Pacifico occidentale e si è osservato un incremento della convezione e quindi delle precipitazioni sul Pacifico equatoriale. Anche la convezione sull’Indonesia è stata ridotta, un’altra caratteristica dell’indebolimento della circolazione di Walker. Anche gli indici Equatorial Southern Oscillation Index ( EQSOI ) ed il Southern Oscillation Index ( SOI ), entrambi i quali confrontano la pressione atmosferica superficiale nel Pacifico occidentale con quella nel Pacifico orientale, hanno misurato deviazioni standard di -1.0 a maggio, confermando che il sistema oceano-atmosfera si è accoppiato e le condizioni di El Niño si sono sviluppate. Possibili effetti sul tempo europeo? Vediamo nella prossima pagina cosa comporterebbe El Niño a livello globale.

Come influenza il tempo sul globo?

Il cambiamento nella forza della circolazione di Hadley porta a modifiche nei modelli di circolazione in tutto il mondo, inclusa, ad esempio, la posizione della corrente a getto che scorre da ovest a est sul Pacifico settentrionale nei mesi invernali. El Niño tende a portare a una corrente a getto allungata che può estendersi fino al Nord America e portare ad un numero di tempeste superiore alla media nella parte meridionale degli Stati Uniti. Con l’aumento delle temperature superficiali oceaniche, c’è più attività temporalesca del solito sulle acque del Pacifico tropicale centrale e orientale. Questa convezione è causata dall’aumento della temperatura e dell’umidità nell’aria proprio sopra l’acqua riscaldata. Gli effetti più affidabili di El Niño sono le scarse precipitazioni sull’Indonesia, nella parte settentrionale del sud America ed Australia, mentre  precipitazioni abbondanti nel sud-est del Sud America, nell’Africa equatoriale orientale e negli Stati Uniti meridionali. El Niño ha anche ripercussione sulle attività locali; ad esempio, quando si verifica le acque più calde diventano sfavorevoli per i pesci, che tendono a “migrare” verso acque più fredde, con conseguente calo della pesca e gravi danni per l’economia del Perù. El Niño porta quindi ad estremizzare degli effetti climatici locali, mentre a livello globale si registra un generale aumento della temperatura. Gli effetti sull’Europa non sono invece ancora ben chiari e sono ancora in fase di studio, essendo principalmente effetti indiretti ( data la lontananza del fenomeno) e che dipendono anche dall’azione di altri cicli climatici ( teleconnessioni).

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Davide Gallicchio

Laureato in Fisica dell’Atmosfera e Meteorologia presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, attualmente sto perfezionando la mia preparazione attraverso il corso di laurea magistrale in Atmospheric Science and Technology. Lavoro presso il Centro Meteo Italiano S.r.l come meteorologo, occupandomi anche della sezione redazionale meteo e comunicati per emittenti radiofoniche.

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