El Niño sempre più intenso: quali le conseguenze a livello climatico?

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El Niño si sta intensificando sempre più nel Pacifico: vediamo quali sono le possibili conseguenze a livello climatico.

El Niño si sta intensificando sempre più nel Pacifico: vediamo quali sono le possibili conseguenze a livello climatico. Fonte: U.S. National Weather Service (NWS)

El Niño sempre più intenso: quali le conseguenze a livello climatico? – 14 agosto 2015 – El Niño è stato dichiarato ufficialmente lo scorso marzo e da allora non ha mai smesso di rafforzarsi, con le ultimi proiezioni che vedono il fenomeno continuare almeno per tutto il 2015 così come i primi mesi del 2016. Ma quali conseguenze può avere a livello climatico planetario lo sviluppo di El Niño? Va ricordato che stando agli ultimi dati, El Niño potrebbe raggiungere i livelli record del fenomeno del 1997, il più forte mai registrato, il quale fu la causa di inondazioni e periodi di siccità intensi in tutto il mondo: se nei prossimi mesi i venti alisei che spirano nella fascia equatoriale tra America e Asia rallenteranno ancora di più, le anomalie già prossime ai +2°C nei pressi delle coste peruviane ed ecuadoriane, aumenteranno ulteriormente, facendo diventare questo El Niño il più intenso di sempre.


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Effetti sul clima degli USA in presenza del fenomeno de El Nino nel Pacifico: in California le precipitazioni sono solitamente più abbontanti della media. Fonte: noaanews.noaa.gov

Un El Niño intenso significa anche conseguenze sensibili a livello climatico: le zone che più verranno coinvolte saranno quelle che si affacciano su Pacifico, ma anche l’Europa potrà indirettamente venir interessata. In primo luogo, la presenza di El Niño fa in modo che il jet sub-tropicale, il quale si trova generalmente tra il Messico meridionale e il Centro America, si sposti verso Nord, provocando inverni più umidi del normale negli Stati Uniti meridionali, con il rischio che possano esserci anche alluvioni ed inondazioni: al contrario, il jet polare si debilita, causando inverni più miti negli USA settentrionali e in Canada. Anche il Sud America verrà ovviamente interessato da El Niño: la parte occidentale del continente risentirà di una stagione caratterizzata da piogge record, come anche di un anomalo riscaldamento delle acque che danneggerà enormemente la pesca dei paese affacciati sul Pacifico. Al contrario, nella zona Nord Est del Brasile si andrà incontro ad una stagione molto secca, mentre tra la sua zona meridionale e il Nord dell’Argentina, è alto il rischio di inondazioni.

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El Niño potrebbe raggiungere i livelli record del fenomeno del 1997, il più forte mai registrato, il quale fu la causa di inondazioni e periodi di siccità intensi in tutto il mondo. Fonte: vox.com

Anche il continente asiatico e l’Oceania non saranno immuni da El Niño: in luoghi come Australia, Filippine, Indonesia o Thailandia, si registrano periodi di estrema siccità, mentre nello stesso tempo, in paesi come Giappone o Cina gli inverni si fanno più miti. Nell’oceano Pacifico inoltre, data l’elevata temperatura dell’acqua, si registra una delle stagioni di tifoni e uragani più attiva di sempre. Se ci allontaniamo dal Pacifico, gli effetti de El Niño si fanno minori ma non certo trascurabili: nell’Atlantico per esempio, la stagione degli uragani sarà più debole del normale (in due mesi per ora, solo 3 sistemi hanno raggiunto il rango di tempesta tropicale). E in Euopa? Negli anni in cui El Niño è fortemente sviluppato, come questo, ci saranno inverni molto freddi nella zona orientale e in Russia, mentre saranno più miti nel resto del continente.

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