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Ecco come si propaga il sisma: il video in 3D diffuso da poche ore

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centro meteo italiano

Sisma nell’Appennino centrale: le onde sismiche avanzano e si propagano in tutto il Centro Italia, l’animazione 3D

propaEcco come si propaga il sisma: il video in 3D diffuso da poche ore oggi 25 agosto 2016 – Tra i vari approfondimenti che gli istituti di ricerca stanno effettuando sul violento sisma che ieri notte ha sconvolto l’Appennino centrale, ne è stato fatto uno sulla propagazione delle onde sismiche nella loro ampiezza e nella loro velocità su tutto il territorio italiano nel raggio di oltre 300 chilometri rispetto all’epicentro. Una simulazione video ( visibile a Pag. 5 ) che è stata diffusa anche sui social e pubblicata dall’Ingv, all’interno della quale è mostrato chiaramente come il tremore si sia propagato rapidamente nel sottosuolo e si è reso udibile fino a distanze notevoli. <<Ogni secondo dell’animazione – si legge – rappresenta un secondo in tempo reale. La velocità e l’ampiezza delle onde sismiche dipende dalle caratteristiche della sorgente sisimica, dal tipo di suolo che attraversano e anche dalla topografia>>. […]

I differenti tipi di terreno in risposta allo scuotimento generato dal terremoto – Sempre sul portale dell’Ingv, viene specificato chiaramente come << La velocità e l’ampiezza delle onde sismiche dipende dalle caratteristiche della sorgente sisimica, dal tipo di suolo che attraversano e anche dalla topografia. Esse, quindi, non si propagano in maniera uniforme nello spazio e luoghi posti alla stessa distanza dall’epicentro risentono del terremoto in maniera completamente diversa>>. Sono molteplici gli esempi di costruzioni che in passato hanno subito più o meno danni in base al tipo di sottosuolo, pur trovandosi lo stesso a distanze ravvicinate dall’epicentro. Il Comune di Tagliacozzo, per esempio, nel cuore dell’Abruzzo in occasione del violento terremoto della Marsica del 1915 venne totalmente raso al suolo nella sua parte più bassa, ovvero quella costruita sulle alluvioni depositate dal fiume Imele. Fu diverso invece lo scenario lungo la sua parte alta, costruita su roccia, dove quasi tutte le abitazioni sono rimaste illese.

Sempre sullo stesso portale si leggono inoltre i passaggi necessari per costruire una simulazione di questo genere – << 1) le onde sismiche sono registrate dei sismometri della rete nazione sismica dell’INGV e vengono analizzati per determinare i parametri fondamentali del terremoto come epicentro, tempo origine, magnitudo. Per i terremoti con magnitudo superiore a 3.5 viene calcolato anche il tensore momento (http://cnt.rm.ingv.it/tdmt.html) che è una descrizione matematica delle forze in gioco sulla faglia che ha generato l’evento. 2) viene costruito un modello tridimensionale della regione interessata che include complessità geologiche come la moho e la presenza di suoli soffici (come i sedimenti alluvionali della Pianura Padana e di alcuni bacini appenninici)>>

<< 3) utilizzando il modello 3D ed il tensore momento, viene simulata la propagazione delle onde sismiche tenengo conto della risposta sismica locale come l’amplificazione delle onde nei bacini alluvionali (terreni soffici) e l’aumento di velocità delle onde in terreni rocciosi. Le equazioni sono risolte attraverso il software SPECFEM3D (Peter et al. 2012, www.geodynamics.org), al cui sviluppo collaborano ricercatori INGV. 4) i sismogrammi e l’evoluzione dei valori della velocità del suolo sulla superficie terrestre sono salvati e visualizzati attraverso Paraview (www.paraview.org) Questo tipo di simulazioni è possibile solo recentemente, da quando sono disponibili supercomputer che permettono di eseguire calcoli in parallelo>>.

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