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Mercoledì 13 Marzo
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Dhaulagiri, fallito il tentativo di vetta: Fiamoncini racconta il suo incidente.

Dhaulagiri: Troppo vento le spedizioni tornano a campo base, anche l’italiano Conte

Dhaulagiri, fallito il tentativo di vetta: Fiamoncini racconta il suo incidente.
Dhaulagiri, gli ultimi aggiornamenti (Foto: Pixabay)

Il racconto dello spaventoso incidente dell’alpinista brasiliano. Stagione finita al Dhaulagiri?

Tutte le spedizioni stanotte avevano intenzione di partire per la vetta da campo 3 ad oltre 7200 per conquistare il Dhaulagiri, la settima montagna più alta della terra con i suoi 8167m. Purtroppo le condizioni meteo hanno fatto desistere tutti, costringendoli a tornare verso campo base. Hanno dovuto desistere la squadra del Veterano spagnolo Carlos Soria ottanta anni e numerose operazioni al ginocchio, con i sui connazionali Sito Carcavilla e Luis Miguel Soriano e con alcuni sherpa che sono già saliti in vetta per posizionare le corde fisse.

Per Soria manca solo lo Shisha Pangma

Per lo spagnolo ormai questa montagna è un tabù visto gli innumerevoli tentativi che ha effettuato negli ultimi anni. Se lo conquistasse sarebbe il suo tredicesimo ottomila. L’altro ottomila che gli manca per diventare l’alpinista più anziano a conquistarli tutti è lo Shisha Pangma in Cina. Difficile tentare un nuovo assalto.

C’è molto spirito di collaborazione tra i team presenti

La spedizione Commerciale Expedition Base con Jeannette McGill (Sudafrica), era pronta per il tentativo di vetta anche loro da campo 3. L’australiano Chris Jensen Burke era già tornato a casa. Secondo quanto riportato dall’agenzia c’è molta collaborazione tra i team presenti. L’altra agenzia Pioneer Adventure comunica che le due spedizioni del greco Antonios Sykaris e del giapponese Naoko Watanabe hanno provato il summit push.

Gli altri che hanno preso parte alla spedizione

Da registrare  anche la partecipazione di Ali Sadpara come portatore d’alta quota.  Ci sono anche i compagni di spedizione di Sergi Mingote che era già salito in vetta 2 ottobre, l’italiano Mattia Conte e gli spagnoli Lluís Cortadellas e Agustín Abanades. Anche l’ungherese Csaba Varga, con due altri alpinisti come lui che salgono in stile alpino, sarebbe dovuto partire stanotte per la vetta. La svizzera Sophie Lavaud pare che sia tornata a casa per problemi familiari. La settimana scorsa erano saliti in vetta lo spagnolo Sergi Mingote, il Cileno J.P. Mohr, il bulgaro Atanos Skatov, la svizzera Josette Valoton, oltre a numerosi sherpa tra cui Sanu Sherpa, che ha coronato tutti e 14 gli ottomila.

L’incidente di Fiamoncini a pochi metri dalla vetta

Il famoso alpinista brasiliano Moeses Fiamoncini che è salito recentemente sul Nanga Parbat e sul K2 ha avuto un brutto incidente nel suo tentativo di vetta in solitaria e senza ossigeno, se l’è cavata solo con alcuni congelamenti. Gli altri alpinisti che quel giorno hanno tentato la vetta erano avanti a loro. Ecco le dichiarazioni che Fiamoncini ha rilasciato al sito extremos.com.br

Ti informo che a causa di un incidente a 8120 metri, non mi è stato possibile raggiungere la cima del Dhaulagiri, con soli 47 metri per conquistare la mia quinta montagna sopra gli 8000 metri. Dato che l’ultimo contatto con i membri della famiglia e l’agenzia SST (Seven Summit Trek ndr) è stato pochi istanti prima dell’incidente, con 30 minuti ancora per raggiungere la cima della montagna…

Durante l’attraversamento di una parete rocciosa di 30 cm coperta di neve che stavo arrampicando da solo a 8120 metri, ho subito una caduta di 20 metri in cui scarponi, guanti e piumino erano pieni di neve, e si è rotti il ​​casco e sono quasi morto di ipotermia. Un incidente che mi ha quasi portato via la vita a 8.100 metri senza Sherpa e senza ossigeno supplementare. Ho anche provato ad alzarmi e andare in vetta, ma sfortunatamente da solo e in quella situazione a -27 gradi con raffiche di vento che raggiungevano 55 km / h non potevo fare altro che provare a scendere sulla C3 e cercare di sopravvivere.

Dopo l’incidente, mi ci sono volute 9 ore per scendere al C3 e 3 giorni per scendere dalla montagna. Il 6 ottobre sono stato salvato in elicottero da BC e sono già a Kathmandu. Mi sto riprendendo dal congelamento di livello 1 su piedi e mani. Tra poche settimane sarò pronto per il prossimo, e dalla paura è solo l’apprendimento e il rispetto per la montagna”.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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