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Venerdì 29 Marzo
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Nanga Parbat, i messaggi di addio per Nardi e Ballard | Moro pronto a recuperare i corpi con l’elicottero

Le toccanti parole di importanti esponenti di alpinismo (e non solo) riguardo le scomparse di Daniele Nardi e Tom Ballard

Nanga Parbat, i messaggi di addio per Nardi e Ballard | Moro pronto a recuperare i corpi con l’elicottero
L'alpinista Daniele Nardi - Foto Facebook Daniele Nardi

Nanga Parbat, il cordoglio degli alpinisti per Nardi e Ballard

La morte dei due alpinisti Daniele Nardi e Tom Ballard lungo lo Sperone Mummery del Nanga Parbat ha avuto molta risonanza nel mondo alpinistico e non: ecco cosa dicono i personaggi più autorevoli.

Elisabeth Revol (Alpinista – Francia)

Dal suo profilo Instagram l’alpinista francese Elisabeth Revol, compagna di cordata con Daniele proprio sullo Sperone nel 2013 e prima donna ad ascendere un 8000 in invernale nella tragica spedizione dell’anno passato proprio sul Nanga Parbat, ha pubblicato le seguenti dichiarazioni:

Questa è la notizia che nessuno ha mai voluto leggere. Frantumazione. Incredibilmente triste … mi ci è voluto un po’ per elaborare. In questo momento mi sento molto vuota, con il mio cuore che rifiuta la brutalità della verità. Sento molto amore per te, Daniela, Claudio, Bruno (moglie e fratelli di Daniele ndr) … Daniele, che ha sempre avuto tutto sotto controllo, con un buon giudizio e le giuste intuizioni, è andato. Diceva sempre: ‘Vivi la vita che ami. La libertà in montagna!’. Nei giorni scorsi ho cercato di trovare una bella foto di lui dai nostri giorni di arrampicata. Questo è il meglio che ho con gli occhi sempre aperti, raggiungendo il suo obiettivo, il suo sogno, con un’esclamazione ‘Mountain freedom’. Ho passato quindici giorni a pensare a Dan e Tom … pregando e riflettendo … Oggi voglio solo ricordare il nostro tempo insieme a Dan, ricordando il suo grande sorriso e un luccichio nei suoi occhi. Soprattutto, ha avuto una gioia di vivere”.

“Abbiamo perso un grande essere umano – prosegue Revol – e uno degli alpinisti più stimolanti che abbia mai incontrato. È stato un onore per me incrociarmi con lui e scalare insieme sulle Alpi e sul Nanga. Mi sono sempre sentita fortunata a condividere una prospettiva sulla vita in mezzo a quelle montagne giganti… per imparare da lui, per essere ispirata. Daniele, sarai con me ogni volta che bivaccherò tra le montagne sotto le stelle. Sentirò l’aria fresca sul mio viso e guarderò quella stella luminosa lassù. Vedrò in esso il tuo occhiolino. Grazie per il nostro tempo insieme. Le mie più sentite condoglianze a tua moglie, alla tua famiglia e ai tuoi amici. RIP Daniele, RIP Tom”. 

Marco Confortola (Alpinista – Italia)

Scalatore di 10 ottomila, l’italiano Marco Confortola ha rilasciato alcune parole a Radio24, riportate anche dal sito Montagna Tv.

“Non mi sembra corretto in questo momento rilasciare interviste. Per rispetto di una mamma, di un papà, di un figlio sarebbe opportuno un po’ di silenzio. Rispetto per la compagna di Tom, per la moglie e il figlio di Daniele”.  Il nostro è un mondo pulito e sano, ma come in tutti gli ambienti c’è qualcuno che canta male fuori dal coro. Daniele e Tom sono due persone meravigliose, il silenzio ci aiuterà ad apprezzarli ancora di più”. Si è scritto fin troppo. Ho letto tante cose di cattivo gusto” . “Ci vuole rispetto per la sua voglia di arrivare in cima, per il suo desiderio di raggiungere la bellezza perché, fidatevi, nel salire, nello scalare, nel raggiungere la vetta non esiste alcun tipo di ambizione se non quella di ritrovare la propria pace”.

Claudio Nardi  (Fratello di Daniele – Ita)

Ecco il post ufficiale (integrale) sui social di Claudio Nardi, fratello di Daniele:

“Negli ultimi 4 anni Daniele Nardi ha passato oltre 250 giorni tra il campo base ed i campi alti del Nanga Parbat, ha fatto circa 100.000 metri di dislivello, di cui circa 12.000 in notte fonda, ha dormito tre notti al’addiaccio, rifugiandosi in un crepaccio quando per cattivo tempo non poteva più proseguire. Ha raccolto un campagno di cordata che é caduto dentro un crepaggio e lui stesso é stato sfiorato da gigantesche valanghe di neve… un sasso grande come una televisione ha divelto la tenda a C2 appena venti minuti dopo la sua partenza per il tentativo in solitaria del Mummery Ridge… uno dei progetti più avveneristici del mondo Himalayano degli ultimi tempi. Ma che cos’è il Mummery Ridge? Il Mummery Ridge è uno sperone di roccia alto circa 1200 m, la chiave di volta della via più diretta al Nanga Parbat non ancora scalata da nessuno perché considerata troppo difficile, ma è così bella che lascia sognare molti alpinisti, l´ingresso diretto al plateu sommitale del Nanga, senza fronzoli, senza aggirare gli ostacoli, sale su diritta versa la vetta, una spada verso gli 8126 metri della Montagna Nuda, è un sogno intimamente difficile. Quando ti metti in testa una cosa del genere o sei folle o sei molto avanti con i tempi… sarà la storia che ce lo dirà. Rimane la genialità, soltanto nel pensarla una cosa del genere pensate un po’ che significa poi realizzarla! quanta energia bisogna investirci! O forse non è genialità ma semplicemente consapevolezza nei propri mezzi… Daniele ha studiato per anni se stesso in condizioni estreme, ha fatto esperienza a tal punto da permettersi di pensare a questa prima ascensione, un alpinismo fatto di passione che evita i compromessi che di tanto in tanto sono obbligatori, rimanendo fedele alle sue idee e ai suoi principi! Daniele inspira valori come dedizione e sacrificio. Solo attraverso la fatica potrai ottenere grandi risultati e soltanto con la consapevolezza nei tuoi mezzi potrai salvarti la vita in situazioni estreme. Questo vale tanto, sia sulle pendici del Nanga Parbat quanto anche nella vita di tutti i giorni. Ognuno di noi ha montagne da superare, montagne che fanno paura! fanno maledettamente paura! come tentare la solitaria in invernale ad una montagna di ottomila metri oppure risolvere problemi della vita di tutti i giorni che spesso diventano mostri invalicabili. Non importa quale sia il tuo sogno e quali problemi troverai sulla tua strada, non importa neanche il giudizio di chi non sa chi sei veramente, non importa quante persone ti diranno che non sei in grado o che ti offenderanno profondamente, quelle persone non ti conoscono… l´importante é che ci provi a scalare la tua montagna! Fallo lentamente assaporando ogni attimo, un passo dopo l´altro fino alla vetta…

Riguardo le notizie che stanno circolando in queste ultime ore su un possibile recupero del corpo di Nardi sul Nanga Parbat, la famiglia di Daniele dichiara che non ci sono iniziative in corso. Eventuali ipotesi in questo senso saranno prese in forma privata. (Fonte Montagna Tv)

Alex Txikon (Alpinista – Spa)

Alex Txikon è colui che ha partecipato alle ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard e scalato con Nardi sul Nanga. Ha lasciato la sua spedizione per tentare il K2 in invernale per cercare di salvare i due alpinisti. Ecco le sue toccanti parole sui social:

“Momenti complicati per il mondo della montagna. Dopo la conferma ufficiale delle famiglie e l’ambasciatore italiano in Pakistan, Stefano Pontecorvo, possiamo confermare che abbiamo finalmente terminato la ricerca di Daniele Nardi e Tom Ballard. Dopo molti sforzi, sacrificio e impegno siamo riusciti a trovarli; purtroppo, non nel modo in cui sognavamo ogni giorno durante il salvataggio … Dalle le nostre prime indicazioni del 5 marzo per trovare le sagome, fino al giorno 6 non siamo riusciti a confermarlo. In quel momento le nostre forze si sono concentrate nel dare tutto per poter dare una risposta alle loro famiglie”.

“Il Nanga Parbat si è preso due grandi alpinisti e brillanti scalatori. Se ne sono andati prima del tempo, ma senza dubbio, facendo ciò che amavano di più. All’interno di questo aspetto pericoloso scelto da entrambi gli scalatori, penso che la scelta della linea sia stata molto intelligente”.

“Da qui, voglio ringraziare l’intera squadra di soccorso, un lavoro incredibile in condizioni davvero difficili. Ci dispiace non aver potuto fare nient’altro per loro. Il nostro più profondo pensiero va alla famiglia e al team di Daniele Nardi e Tom Ballard. Vi porto nel cuore amici. Sarete parte della storia dell’alpinismo per sempre”.

Nives Meroi e Romano Benet (Alpinisti – Ita)

Nives Meroi, prima donna italiana a salire tutti e 14 gli ottomila (sempre in cordata con suo marito Romano Benet), ha rilasciato una breve intervista al sito MontagnaTv, spiegando che non si può giudicare un sogno di un altro alpinista. “Ognuno ha i suoi parametri di visione delle cose, quindi non ci sembra nemmeno giusto. Troviamo scorretto valutare l’operato di un altro. Quando ci si trova sulla montagna un alpinista prende una decisione in modo consapevole e valutando bene tutto. Non ci si può esprimere”.

Selvaggia Lucarelli (Giornalista e Opinionista – Ita)

Molti apprezzamenti (41mila like) ha avuto il post della giornalista e blogger Selvaggia Lucarelli sul suo profilo Facebook.

“Leggo con triste ma ormai consueto sgomento i commenti di migliaia di utenti sulla morte di Nardi e Ballard, due ragazzi che volevano scalare una montagna. Il tutto a suon di ‘imbecilli, ben vi sta, tuo figlio ti odierà, complimenti a queste teste di cazzo, povere famiglie vittime di questi egoisti suicidi’… Ora, a parte che se si vuole esprimere vicinanza alla famiglia e al figlio, la scelta di dare dei cog**oni a due morti mi sembra azzeccatissima e di grande sensibilità, c’è una cosa che voglio dire. Ci sono persone che scelgono sogni, ambizioni, sfide che non possiamo comprendere perché prevedono rischi che noi non avremmo il coraggio di correre.
Sono persone che scelgono di non svegliarsi tutte le mattine mescolando il caffè col cucchiaino e pensando che la vita che volevano sta da un’altra parte.
Giudicarle è sciocco e da mediocri.
E senza accorgervene le idolatrate, altrimenti critichereste Valentino Rossi a ogni gara, a ogni curva.
In tanti decidono che la vita ha un senso se c’è una montagna da scalare. E quella montagna non è necessariamente il Nanga Parbat. È quello che ci fa sentire vivi.
Ed è ancora più sciocco tirare in ballo le famiglie.
Chi ama queste persone abbraccia non solo un uomo o una donna, ma anche il suo sogno.
Un uomo e una donna che non promettono vite al caldo e una valigetta 24 ore davanti alla porta. Chi le sposa, chi le ama forse non lo capisce, ma lo accetta. Perché amore è accettare quel che fa sentire libero l’altro, pur conoscendone il prezzo.
“Sarai sempre la roccia più bella” ha scritto la fidanzata di Ballard ricordando il suo uomo che sapeva sognare.
Questo dovrebbe essere tutto.
E nessuno dovrebbe aggiungere nulla.
Specie perché per la maggior parte di noi la massima idea di rischio, nella vita, è scrivere un commento del ca**o sul web”.

Hervè Barmasse (alpinista Italia)

Alpinista professionista e scrittore, quest’anno sul Gasherbrum IV e famoso per la scalata alla parete Sud del Lhotse, Hervé Barmasse ha parlato così sui social delle tragiche scomparse di Daniele Nardi e Tom Ballard:

“Ho vissuto questi ultimi giorni nell’attesa e nella speranza, come penso lo abbiano fatto tutti coloro che hanno sposato la montagna e ne conoscono la bellezza e il fascino, ma anche i suoi pericoli. Ho vissuto questi giorni come spettatore di una cronaca che attendeva la sua fine leggendo articoli e commenti, smarrito nel labirinto dell’insensatezza di un fiume di parole che rischia di annegare il ricordo di due giovani alpinisti che credevano in ciò che facevano. Mi dispiace molto e sono vicino al dolore dei familiari e degli amici. Ciao Daniele, ciao Tom”.

Simone Moro (Alpinista – Ita)

Simone Moro ha rilasciato la seguente intervista al Corriere Trentino, ripresa anche da Mountain Blog, in merito al possibile recupero delle salme di Nardi e Ballard con l’elicottero. Moro, oltre ad essere un grande alpinista, è infatti un esperto guidatore di elicotteri in alta quota.

“Confrontandomi con chi era impegnato nei soccorsi mi sono fatto l’idea che recuperare le salme di Daniele e Tom sia tecnicamente fattibile e quindi mi sto preparando per farmi trovare pronto nell’eventualità che si decida di procedere. Una prima richiesta è già arrivata, fin quando però il quadro non sarà completo, con un’esplicita intenzione da parte di tutte le famiglie interessate, la missione di recupero non prenderà corpo Ne ho parlato con Txikon e credo che di incidente si sia trattato, proprio mentre stavano posizionando delle corde fisse. Non è possibile stabilire se in una fase di discesa. dopo avere comunicato la loro posizione, o se al mattino seguente all’inizio di una salita. Non ho mai pronunciato la parola ‘suicidio’ riferendomi al tentativo di Nardi e Ballard. Ho sempre parlato di ‘salita oltremodo pericolosa’. Non era certo loro intenzione togliersi la vita. É altrettanto vero che in 125 anni nessuno ha scalato lo Sperone Mummery e che, dal punto di vista prettamente alpinistico, quella salita non avrebbe cambiato la storia del Nanga Parbat”.

Matteo Della Bordella (Alpinista – Presidente dei Ragni di Lecco)

Matteo Della Bordella ha scalato con Daniele Nardi in Appenino e sulle Alpi. Questo il suo messaggio su Facebook:

“Il sogno di Daniele era il Mummery in inverno con uno stile pulito, una salita da provare senza la paura del fallimento. È difficile rimettersi in gioco come ha saputo fare Daniele, mostrando una forza che ho sempre ammirato.” “La via un po’ mi incuriosiva, molte volte gli ho chiesto informazioni sullo sperone. Daniele lo conosceva come le sue tasche, conosceva i rischi e la probabilità di successo. Nell’alpinismo ci sono rischi che noi dobbiamo conoscere ed essere disposti ad accettare, lui li conosceva. Me ne ha parlato diverse volte, io gli ho chiesto più volte. Era consapevole e sapeva. Purtroppo è capitato e non possiamo fare altro che accettare. In lui riconosco alcuni aspetti della vita e tra gli himalaysti che ho avuto la fortuna di conoscere, devo ammetterlo, Daniele è certamente l’unico con cui sono riuscito a creare un legame. Lo vedo un po’ come un fratello maggiore”.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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