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Venerdì 15 Marzo
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Nirmal Purja in vetta al Kanchenjunga. E ora salva alpinisti in difficoltà

Lo scalatore nepalese Nirmal Purja giunge in vetta al Kanchenjunga

Nirmal Purja in vetta al Kanchenjunga. E ora salva alpinisti in difficoltà
Nirmal Purja in vetta al Kanchenjunga. E ora salva alpinisti in difficoltà - Foto Instagram

Nirmal Purja in vetta al Kanchenjunga. E ora salva alpinisti in difficoltà

Nirmal Purja (“nimsdai”), l’alpinista nepalese ed ex Gurkha, è arrivato in vetta al Kanchenjunga stamattina alle ore 11.19 con il suo team. Dopo l’Annapurna è il secondo ottomila dei 14 che deve scalare entro 7 mesi nell’ambito del suo progetto “7/14 Project Possible”. Purja aveva abbandonato l’altro ieri il Dhaulagiri in elicottero, a causa delle cattive condizioni meteo che stanno colpendo la zona ovest del Nepal.

Scendendo dalla montagna Purja ha incontrato degli alpinisti in difficoltà e che sta soccorrendo con il suo team, composto da Mingma David Sherpa e Gesman Tamang, all’altitudine di circa 8200m-8400m. Si tratta degli stessi membri che avevano partecipato al soccorso del dott. Chin sull’Annapurna. Gli alpinisti che stanno avendo soccorso sono due indiani. Kuntal Karar e Biplab Baidya, che hanno raggiunto la vetta in tarda mattinata insieme ad altri scalatori. Pare che siano 59 gli alpinisti e sherpa che nella giornata di oggi hanno raggiunto la cima del Kanche (8586m).

Nel frattempo, tre sherpa hanno lasciato il campo 4 per unirsi all’operazione di salvataggio, Portano anche con sé bombole di ossigeno e acqua per il supporto. Tuttavia, le condizioni di salute degli scalatori sono ancora sconosciute. La loro posizione GPS è statica a un’altitudine superiore a 8000m. Secondo il rapporto del campo base, si ritiene che Kuntal soffra di Edema Polmonare

La lista dei summiter di stamattina

1.VIRIDIANA ALVAREZ CHAVEZ – MEXICO (prima messicana in vetta al Kanche)
2. KLARA KOLOUCHOVA – CZECH REPUBLIC
3. SOHPIE MARIE LAVAUD – SWITZERLAND 
(secondo ottomila della stagione dopo Annapurna)
4. STEFAN IVANOV STEFANOV- BULGARIA
5. TOMAZ ROTAR – REPUBLIC OF SLOVENIA
6. NAOKO WATANABE – JAPAN 
(secondo ottomila della stagione dopo Annapurna)
7. JUAN PABLO SARJANOVICH- ARGENTINA (unico in stile alpino e senza ossigeno).

La conquista dell’Annapurna

Nirmal Purja è stato uno dei primi alpinisti a raggiungere la vetta, il 23 aprile scorso, insieme ad altri 32 scalatori occidentali aprendo la traccia con il suo team. Tra i membri anche lo scalatore malesiano dott. Chin, che nonostante le operazioni di salvataggio compiute proprio da Nirmal Purja è deceduto pochi giorni dopo nell’ospedale di Singapore.

Le colpe delle assicurazioni sul salvataggio del Dr. Chin sull’Annapurna

Ecco le parole (pesanti) di Nirmal Purja riguardo il salvataggio sull’Annapurna:

Il livello dei danni e dei rischi per la vita del Dr. Chin poteva essere evitato se la compagnia di assicurazioni di emergenza avesse agito più rapidamenteSe non sei disposto ad agire nel punto di emergenza, perché vendere il servizio in primo luogo? Sono molto arrabbiato con la compagnia di salvataggio di cui il dott. Chin era cliente”.

“Rammentiamo che l’ Annapurna 1 non è l’Everest o altri 8000. È uno dei picchi più pericolosi e difficili di 8000m da scalare. Come leader delle linee di ancoraggio / corde su questa montagna, non avevo dormito per giorni durante il summit perché dovevamo partire presto, in modo che le corde e le piste venissero fatte prima che la squadra principale si impegnasse. Quasi tutti gli alpinisti della stagione hanno pensato che fosse impossibile raggiungere la vetta dell’Annapurna a causa delle condizioni della neve”.

“Dopo aver saputo che il dottor Chin era scomparso, ho tenuto la mia squadra e alcuni dei membri più forti della spedizione per il soccorso del dott. Chin al campo 4 (tra cui Don Bowie ndr). Stavamo aspettando che l’ossigeno venisse consegnato in elicottero per poter iniziare a cercare lui sulle montagne. Questo è tutto quello che la sua compagnia di assicurazioni ha dovuto fare, bastava far cadere 6 bottiglie di ossigeno al campo 4 dove ero in standby con la mia squadra di soccorso”.

“Mi è stato detto che la compagnia di salvataggio ha negato l’aiuto di emergenza e non potevo più tenere la mia squadra all’altitudine estrema rischiando la vita. Sono stato l’ultimo a lasciare il campo 4 e avevo pensato che forse Chin era ormai morto su quelle piste pericolose. Sono arrivato al campo base con la mia squadra molto tardi quella notte. La mattina dopo ho sentito un elicottero che è andato su e mi è stato detto che il signor Chin erq vivo. Sua moglie ha pagato l’elicottero per andare e confermare”.

“Dopo aver dormito per solo 4 ore, il team Project Possible 14/7 è stato attivato per la missione di salvataggio. Ci sono volute 16 ore per arrivare alla posizione di Dr Chin sulla cima del campo 3, coprendo la stessa distanza in 4 ore in situazione di emergenza. Alla fine l’abbiamo portato al campo 3, da dove è stato messo sull’elicottero con una long line. È critico in ospedale e la sua vita è ancora in pericolo e, anche se sopravvive, potrebbe perdere mani e piedi. Questo poteva essere facilmente evitato”.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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