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Mercoledì 27 Marzo
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Acqua aliena trovata nel Sistema Solare: ecco dove

I ricercatori della NASA hanno localizzato acqua proveniente da un altro Sistema Solare

Acqua aliena trovata nel Sistema Solare: ecco dove
Viaggio nello spazio, SpaceX: rinviato il test della capsula Crew Dragon - Foto PixaBay

Acqua aliena rinvenuta nel Sistema Solare

Trovate tracce di acqua aliena. O meglio, è quello che sembra. I ricercatori del Goddard Space Flight Center della Nasa guidato da Adam McKay, come riporta Ansa.it, avrebbero localizzato le prime testimonianze di acqua extraterrestre, figlia di un altro Sistema Solare. Il che, se confermato, rappresenterebbe l’ennesima importante scoperta astronomica.

La ricerca

Tracce di acqua “sprizzanti” sarebbero state rinvenute nella cometa interstellare 2I/Borisov, quell’ “intrusa” nel nostro Sistema Solare che è stata avvistata il 30 agosto scorso dagli osservatori. I ricercatori della NASA si sono serviti del telescopio da 3,5 metri dell’Osservatorio di Apache Point (New Mexico) per analizzare la luce solare riflessa dalla cometa Borisov. E pochi giorni hanno rinvenuto delle tracce di ossigeno nello spettro luminoso.

Come si è formata l’acqua

I ricercatori statunitensi, spiega Ansa.it, ritengono dunque che l’acqua si sia scissa in idrogeno e ossigeno (da qui le tracce di ossigeno rinvenute). Insieme all’acqua, inoltre, sulla cometa sarebbe presente anche il cianuro secondo le stesse proporzioni osservate nelle comete del Sistema solare. Ma le ricerche, ovviamente, non finiscono qui: gli scienziati contano di avere ulteriori conferme nelle prossime settimane, quando la cometa Borisov sarà ancor più vicina al Sole e subirà il suo calore. A quel punto la cometa vedrebbe sciogliere il suo nucleo ghiacciato ed emetterà inevitabilmente gas e polveri, pronti per essere esaminati dagli studiosi. E a proposito di ricerca e ambizioni astronomiche, nella pagina successiva trovate la nuova missione che riguarda la NASA e il pianeta Plutone

La NASA vuole tornare su Plutone

Il ritorno su Plutone è un nuovo obiettivo dichiarato della NASA. É stato infatti finanziato uno studio denominato Southwest Research Institute (SwRI) che dovrà studiare la fattibilità dell’ambizioso progetto di tornare sul lontanissimo pianeta. Verranno definiti i requisiti di progettazione e degli strumenti e verrà anche studiata la fattibilità e i costi del progetto.

I risultati della missione New Horizons

Nel 2015 la missione della sonda New Horizons della NASA ci ha consentito di poter visionare le prime foto ravvicinate di Plutone ma anche delle sue lune e degli oggetti della fascia di Kuiper. La sonda a forma triangolare, dal costo di 650 milioni di dollari, grazie all’antenna in grado di comunicare in banda X a una velocità che va a diminuire all’aumentare della distanza, è riuscita a trasmettere delle preziosissime immagini. Furono evidenziati dei rilievi alti oltre 3 chilometri con vaste pianure di ghiaccio di azoto.

Verrà inviato un singolo veicolo spaziale in orbita attorno Plutone

Nel giorno di capodanno di quest’anno New Horizons ha sorvolato nuovamente l’area, analizzando a fondo anche uno dei tanti oggetti della Fascia di Kuiper, il Kuiper Belt, noto anche come Ultima Thule. La missione che si porrà il progetto SwRI sarà anche quella di inviare un singolo veicolo spaziale in orbita attorno a Plutone per due anni e visitare almeno un KBO e un altro pianeta nano KBO come ha avuto modo di sottolineare Carly Howett (a capo dello studio SwRI) al sito Space.com.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.

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