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Giovedì 4 Aprile
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Alcuni misteri sulla Luna potrebbero essere spiegati con i forti campi magnetici

Un nuovo studio potrebbe riscrivere la storia della Luna: alcuni misteri spiegati con i forti campi magnetici

Alcuni misteri sulla Luna potrebbero essere spiegati con i forti campi magnetici
Luna - Foto Pixabay

Le rocce della Luna sono ancora oggetto di studio

I misteri del cosmo continuano a interrogare gli studiosi, e non solo quelli riguardanti galassie lontane, ma anche quelli che aleggiano attorno all’unico satellite naturale della Terra, la Luna. Dopo più di 50 anni dalle prime missioni sulla Luna, i reperti rocciosi portati dagli astronauti sono ancora sotto studio. Tra le rocce soggette alle analisi, ce ne sono alcune vecchie più di 3 miliardi di anni, e pare che si siano formate a causa di un forte campo geomagnetico come quello presente sulla Terra. Ma la Luna, viste le sue dimensioni ridotte e l’alta densità, non è provvista di una magnetosfera; almeno non più.

Il centro della Luna non è del tutto ghiacciato?

Inoltre, il nucleo della Luna è congelato, e al contrario di quello terrestre, costantemente attivo con materiale elettricamente conduttivo, non potrebbe produrre un campo geomagnetico. Ma queste rocce lunari testimoniano l’opposto, portando gli scienziati a ipotizzare che la Luna, miliardi di anni fa, possa non essersi congelata tanto velocemente quanto si pensi; il centro della Luna potrebbe infatti non essere del tutto ghiacciato. Ammesso che sia vero, e che il campo geomagnetico sia stato presente per un lungo periodo, lo studio delle rocce lunari suggerisce che questo campo sia stato di forza ben maggiore di quella possibile per un corpo così piccolo.

Le teorie degli studiosi

Gli studiosi stanno avanzando diverse teorie, come quella secondo la quale il moto oscillatorio della Luna fosse maggiore miliardi di anni fa e che, di conseguenza, il liquido al suo interno avesse modo di muoversi. O ancora, la causa sarebbe da attribuire ai meteoriti che hanno costantemente colpito la superficie lunare, provocando una spinta di energia. Ma quella dell’attività magnetica non è una questione recente: si era infatti ipotizzato che alcune zone della superficie lunare fossero soggette a esplosioni di attività magnetica brevi ma intense.

Cosa suggerisce uno studio recente

A questo proposito, due studiosi delle università americane Stanford e Brown hanno provato a dare una spiegazione nel più recente studio, pubblicato su Nature Astronomy: “Invece di pensare a come alimentare un forte campo magnetico continuamente per miliardi di anni, forse c’è un modo per ottenere un campo ad alta intensità in modo intermittente”. Racconta lo scienziato planetario Alexander Evans. Agli inizi del ciclo vitale della Luna, questa era probabilmente ricoperta da roccia fusa, che è andata a formare la superficie, solidificandosi mentre si raffreddava a una velocità diversa da quella del nucleo. Quest’ultimo, nel primo miliardo circa della vita della Luna, non era molto più caldo del manto soprastante e questo ha provocato la risalita del materiale che lo componeva, non avendo esso modo di dissiparsi altrove. Nel processo, il materiale più caldo tende a salire fino a che non si raffredda, e quello più freddo e denso tende a scendere verso il nucleo per sciogliersi alle alte temperature.

Il processo

Secondo i ricercatori, questo affondamento ha avuto luogo fino ad almeno 3,5 miliardi di anni fa, con almeno un centinaio di frammenti ricchi di titanio che hanno raggiunto il nucleo in un miliardo di anni. Quando questi frammenti, di circa 60 chilometri di raggio, raggiungevano il centro della Luna, creavano una corrente di convezione dovuta al disadattamento della temperatura, di un’intensità tale da poter generare un impulso magnetico. “Hai qualcosa di veramente freddo che tocca il nucleo”, dice Evans, “e all’improvviso molto calore può fluire fuori. Ciò provoca un aumento della zangolatura nel nucleo, che ti dà questi campi magnetici a intermittenza forti”. I ricercatori stanno testando la loro teoria con i nuovi modelli da loro creati. Lo scopo è anche quello di capire se questo campo magnetico sia stato un fenomeno ricorrente o straordinario, come suggerito dalla diversa intensità magnetica delle rocce analizzate.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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