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Sabato 16 Marzo
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Espansione dell’Universo, attraverso le lenti gravitazionali di Einstein sarà possibile misurarla

Allo studio un nuovo criterio per misurare l'espansione del cosmo: ecco di cosa si tratta

Espansione dell’Universo, attraverso le lenti gravitazionali di Einstein sarà possibile misurarla
Costante di Hubble, una nuova via per la misurazione dell'Universo (Foto: Pixabay)

Il dibattito sulla costante di Hubble si arricchisce di nuovi spunti grazie alla scoperta di un nuovo criterio per misurare l’espansione dell’Universo

Le lenti gravitazionali di Einstein potrebbero chiarire il dibattito sempre aperto sull’espansione del cosmo.
Una recente ricerca pubblicata sul sito Space.com potrebbe un giorno portare a modelli più accurati di studio dell’espansione del cosmo, che potrebbero far luce sul destino dell’universo come hanno avuto modo di chiarire anche gli autori della ricerca.

La costante di Hubble

La nascita dell’universo dovrebbe risalire a circa 13,8 miliardi di anni fa e da allora la sua espansione è stata senza soluzione di continuità. Studiando l’attuale velocità di espansione cosmica, nota come costante di Hubble, gli scienziati potranno capire se questa espansione sarà senza limiti o se l’universo si sfalderà, ripiegandosi su se stesso per poi sparire del tutto.

Sono due i criteri adottati finora per le misurazioni

Al momento esistono solo due strategie principali per misurare la costante di Hubble. Il costante monitoraggi degli oggetti vicini le cui proprietà sono ben comprese dagli scienziati, come ad esempio le esplosioni stellari oppure concentrare l’attenzione sullo sfondo cosmico a microonde, la radiazione rimanente del Big Bang, esaminando come si è modificata nel corso dei secoli.

I due criteri adottati finora hanno dato risultati diversi

I due criteri finora adottati, sempre secondo quanto si legge su Space.com, hanno determinato due risultati diversi per il valore della costante di Hubble. Secondo l’ultimo dei due criteri, l’universo si sta espandendo a una velocità di circa 41,9 miglia (67,5 chilometri) al secondo per megaparsec (una distanza equivalente a 3,26 milioni di anni luce). Secondo il primo criterio che misura la distanza delle Supernovae, l’espansione avverrebbe a 46 miglia (74 km) al secondo per megaparsec. Da questa differenza si può capire come non esiste ancora un modello affidabile al 100%. La risoluzione di questo conflitto legato alla costante di Hubble, potrebbe far luce sull’evoluzione del cosmo.

Su cosa si basa il nuovo criterio

Nel nuovo studio, è stato trovato un altro modo per misurare la costante di Hubble. Questa strategia dipende dalla definizione di gravità, secondo la teoria della relatività generale di Albert Einstein, come risultato della distorsione di massa dello spazio-tempo. Maggiore è la massa di un oggetto, maggiore è lo spazio-tempo che curva attorno all’oggetto, e di conseguenza è maggiore l’attrazione gravitazionale dell’oggetto. Secondo questo criterio, la gravità può piegare la luce imitando una lente. Questa sorta di lenti gravitazionali sarebbero in grado di stimare le loro distanze dalla Terra, dati che potrebbero aiutare i ricercatori a stimare la velocità con cui l’universo si sta espandendo dal momento della nascita ad oggi, ma anche in proiezione futura.

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Alessandro Allegrucci

Laurea triennale in Scienze Forestali ed Ambientali e Laurea magistrale in Scienze Agrarie e del Territorio. La mia più grande passione resta da sempre la meteorologia, approfondita attraverso la tesi di laurea sperimentale e un master di "Meteorologia Nautica". I fenomeni naturali, la loro bellezza e potenza sono tra le cose che più mi affascinano al mondo.

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