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Giovedì 14 Marzo
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Il primo buco nero mai scoperto ha dimensioni enormi: ecco cosa è stato svelato su Cygnus X-1

Un team di ricercatori ha scoperto che il buco nero Cygnus X-1 è 20 volte più grande del Sole: i dati impressionanti della ricerca statunitense

Il primo buco nero mai scoperto ha dimensioni enormi: ecco cosa è stato svelato su Cygnus X-1
Foto PixaBay

Il primo buco nero mai scoperto ha dimensioni enormi: ecco cosa è stato svelato su Cygnus X-1

Cygnus X-1, il primo buco nero mai scoperto dagli astronomi, continua a riservare grandi sorprese: questo incredibile corpo celeste, tra i più affascinanti e allo stesso tempo inquietanti del cosmo, sembrerebbe avere dimensioni molto più grandi rispetto a quanto si pensasse finora. Lo studio di un team di ricercatori statunitensi coordinati dal Prof. James Miller-Jones, basato sui dati del telescopio americano Very Long Baseline Array (VLBA) e che è stato riportato sulla rivista Science, ha rilevato che Cygnus X-1 ha una massa più di 20 volte superiore a quella del Sole, il che lo rende anche uno dei più grandi mai rilevati: dal 1964 a pochi giorni fa si riteneva che fosse grande la metà di quanto si è evinto di recente. Esso si trova nella costellazione del Cigno della Via Lattea, a poco più di 6000 anni luce dalla Terra. SCOPERTO UN PIANETA MOLTO VICINO ALLA TERRA: ECCO TUTTI I DETTAGLI

Il mistero di Cygnus-X1

Scoperto nel 1964, Cygnus X-1 fu al centro di una scommessa tra il celebre cosmologo Stephen Hawking e Kip Thorne, premio Nobel per la Fisica nel 2017 per la scoperta delle onde gravitazionali. Hawking credeva che non fosse un buco nero ma alla fine, nel 1990, fu costretto a ricredersi. A distanza di anni si scopre che si tratta non solo, effettivamente, di un buco nero ma anche di uno dei più grandi esistenti nello Spazio. Maggiori informazioni sulle caratteristiche di questo buco nero arriveranno dal più grande radiotelescopio al mondo: lo Square Kilometre Array (Ska), una rete di parabole in costruzione tra l’Australia e il Sudafrica. IL ROVER NASA PERSEVERANCE É ATTERRATO SU MARTE: COSA STA SUCCEDENDO

Gli scienziati scoprono un mostruoso buco nero che ha inghiottito 6 galassie

Un altro studio, pubblicato dagli studiosi dell’European Southern Observatory, ha svelato la presenza di sei diverse galassie intrappolate in una sorta di ragnatela di un buco nero molto grande che si è venuto a formare dopo il Big Bang. La supposizione più accreditata è che i buchi neri si siano formati all’inizio della storia dell’Universo, quando le prime stelle hanno subito il collasso, ma la sfida degli scienziati ora è quella di spiegare come abbiano fatto ad espandersi in questo modo esponenziale. Quello che intrappola le sei galassie, formatosi quando l’Universo non aveva nemmeno un miliardo di anni, ha un peso pari a circa un miliardo di volte quello della massa del Sole. ECCO COSA SI NASCONDE SOTTO IL CRATERE PIÚ GRANDE DELLA LUNA

Come funziona “la trappola” delle galassie

Questa importante scoperta potrebbe aiutare a capire perché si sono sviluppati i super-buchi neri come quello che ad esempio si trova al centro della Via Lattea. L’astronomo Marco Mignoli dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna, spiega che i filamenti che formano la ragnatela che intrappola le galassie trasportano abbastanza gas da riuscire ad alimentare il buco nero, consentendogli così di crescere costantemente. Questa potrebbe essere sicuramente una spiegazione della loro espansione ma ancora non c’è una spiegazione univoca sulla loro comparsa.

Com’è stata effettuata la scoperta

Secondo invece Colin Norman della Johns Hopkins University, co-autore dello studio scientifico, la scoperta fatta con questa ricerca dimostrerebbe che i buchi neri più distanti e di dimensioni importanti si formerebbero all’interno della materia oscura. Probabilmente il fatto che precedentemente non fossero stati osservati dipenderebbe esclusivamente da limitazioni nelle osservazioni. La loro scoperta, infatti, è stata possibile solo utilizzando dei telescopi molto potenti come l’ESO che si trova nel deserto di Atacama in Cile. Barbara Balmaverde, astronomo dell’INAF di Torino, conferma che probabilmente questa scoperta rappresenta solo la punta dell’iceberg e che le poche galassie che sono state scoperte fino ad ora nelle vicinanze del buco nero sono solo le più luminose ma molte altre sono presenti in posizione meno visibile.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.

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