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Sabato 16 Marzo
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Il telescopio Hubble fa una soprendente scoperta sulle origini dell’Universo

Grazie al lavoro del telescopio Hubble di Nasa ed Esa è stata fatta una scoperta importante sulle origini dell'Universo

Il telescopio Hubble fa una soprendente scoperta sulle origini dell’Universo
La galassia Sunburst Arc - Foto Archivio

Ecco cosa ha scoperto l’equipe di scienziati guidata da Rachana Bhatawdekar sull’Universo primordiale

Lo studio e le ricerche sulle primissime galassie rimane una sfida molto probante per gli astronomi di tutto il mondo, ma una recente scoperta effettuata grazie al telescopio spaziale Hubble della NASA / ESA ha dato alcuni risultati importanti che potrebbero rappresentare una svolta. Il lavoro di Hubble ci ha permesso di capire che la formazione delle prime stelle e delle galassie sarebbe iniziata prima di quanto avevamo immaginato. Un team europeo di astronomi non ha trovato prove della prima generazione di stelle, note come stelle della Popolazione III, fin da quando l’Universo aveva solo 500 milioni di anni. Non abbiamo ancora contezza su quando o su come si sono formate le stelle e le galassie primordiali nell’Universo.

Cosa si è scoperto

Queste domande possono essere affrontate con il telescopio spaziale Hubble attraverso osservazioni di imaging approfondite che ci stanno consentendo di comprendere a fondo quelle dinamiche che spiegano cosa è accaduto nell’Universo nel giro di 500 milioni di anni successivi al Big Bang, l’evento principale all’origine di tutto. L’equipe di scienziati guidata da Rachana Bhatawdekar dell’ESA, ha iniziato a studiare la prima generazione di stelle nell’universo primordiale, le stelle della Popolazione III forgiate dal materiale primordiale prodotto dal Big Bang. Le stelle della popolazione III sarebbero composte da idrogeno, elio e litio, gli unici elementi esistenti nella fase che ha preceduto i processi che hanno portato alla creazione di elementi pesanti come ossigeno, azoto, carbonio e ferro.

Sono stati studiati amassi di galassie esistenti fino a un miliardo di anni fa

Mediante lo studio del cluster MACSJ0416, Bhatawdekar e il suo team hanno potuto esplorare l’Universo primordiale fino a 1 miliardo di anni dopo il Big Bang. “Non abbiamo trovato prove di queste stelle della prima generazione della popolazione III in questo intervallo di tempo cosmico” sono state le parole di Bhatawdekar a commento dei nuovi risultati ottenuti dai recenti studi. L’impiego di Wide Field Camera 3 e Advanced Camera for Surveys di Hubble’s Telescopio, ha consentito di ottenere questi straordinari risultati prodotte da osservazioni dettagliate sugli ammassi di galassie. Si è così scoperta l’esistenza di galassie da 10 a 100 volte più deboli di quelle osservate in precedenza .

Le galassie a bassa massa sarebbero coinvolte nel processo di reionizzazione dell’Universo

Il lavoro dell’equipe di Bhatawdekar si è basato su una tecnica di rimozione della luce delle galassie in primo piano. In questo modo è stato possibile individuare la presenza di galassie con masse inferiori rispetto a quelle osservate precedentemente, poste a una distanza corrispondente a quando l’Universo aveva meno di un miliardo di anni. La presenza di molte galassie a bassa massa farebbe pensare che queste galassie siano le responsabili della reionizzazione dell’Universo.

Questi risultati potrebbero avere importanti conseguenze astrofisiche poiché dimostrano che le galassie devono essersi formate molto prima di quanto pensassimo“, ha affermato Bhatawdekar. Questo ci ha permesso di concludere che le galassie a bassa massa sono la vera causa della reionizzazione. Grazie al grande lavoro di Hubble, si potrebbero aprire nuove frontiere nello studio delle origini dell’Universo.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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