A partire dalla serata del 29 settembre un flusso di vento solare ha bersagliato il campo magnetico della Terra: i possibili sviluppi
Si è intensificata nelle ultime ore la tempesta geomagnetica in corso da ieri, lunedì 29 settembre, balzando da una classe G1 ad una classe G3, in una scala di valori che raggiunge i vertici fino alla classe G5. Alla luce dei nuovi sviluppi, come ha avuto modo di ravvisare il Centro di previsione meteorologica spaziale (NOAA), è possibile che possano verificarsi nelle prossime ore delle problematiche che potrebbero coinvolgere i satelliti e i circuiti elettrici comportando anche delle interruzioni nei sistemi di navigazione satellitare, oltre che disturbi rilevanti ai segnali radio.
La causa
Potrebbero verificarsi anche spettacolari aurore boreali visibili anche latitudine più basse. La causa di questo fenomeno particolarmente intenso è dovuta ad una CME, una espulsione di massa coronale associata brillamenti solari. Come hanno avuto modo di confermare gli esperti nei giorni scorsi, si sono verificati dei brillamenti solari particolarmente pronunciati. Anche nella nottata di oggi, esattamente attorno alle ore 02:56, i sistemi di sorveglianza hanno registrato un brillamento di classe M. Per capire la portata di questo evento basta ricordare che si tratta di una classe che per potenza è inferiore solo alla classe x.
Le conseguenze possibili
Gli impatti segnalati da SWPC (Space weather Prediction Center) per gli eventi G3 includono possibili sbalzi di tensione nei sistemi di alimentazione, carica superficiale sui veicoli spaziali, aumento della resistenza aerodinamica sui satelliti in orbita terrestre bassa, propagazione radio HF intermittente alle alte latitudini e visibilità delle aurore boreali alle basse latitudini.
I possibili sviluppi
Le previsioni indicano condizioni geomagnetiche attive o instabili almeno fino al 2 ottobre. Una debole emissione di massa coronale (CME) potrebbe produrre ulteriori perturbazioni, anche se gli esperti tendono a minimizzarne il rischio. previsioni della NOAA indicano che i flussi ad alta velocità del buco coronale dovrebbero diventare geoefficaci intorno al 3 ottobre, mantenendo potenzialmente un’attività da lieve a moderata fino alla fine settimana della settimana in corso.
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