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Luna, nel polo sud è sepolto un asteroide metallico?

Cosa è sepolto nel Polo sud della Luna? Studio condotto da Peter James della Baylor University

Luna, nel polo sud è sepolto un asteroide metallico?
Pronto l'invio di una sonda indiana per studiare il polo sud della Luna, foto: Pixabay.com

Cosa è sepolto nel Polo sud della Luna?

La Luna è la patria di uno dei più grandi crateri d’impatto conosciuti nel Sistema Solare. 2.500 chilometri (1.550 miglia) di diametro, il Bacino del Polo Sud-Aitken sul lato più lontano della Luna copre circa un quarto della superficie lunare – e c’è qualcosa di enorme sepolto al di sotto. Non possiamo vederlo da qui sulla Terra, ma osservazioni dettagliate fatte usando orbite lunari indicano che c’è qualcosa di abbastanza grande sotto quel cratere da causare un’anomalia gravitazionale significativa, cone riportano tomshw.it e sciencealert.com

Lo studio

Il geofisico Peter James della Baylor University, ha spiegato: “Immagina di prendere una pila di metallo cinque volte più grande della Big Island delle Hawaii e seppellirla sottoterra. È all’incirca la massa inattesa che abbiamo rilevato.” L’anomalia è stata rilevata in due serie di dati. Il primo era della missione GRAIL della NASA, un paio di astronavi orbitanti che mappavano il campo gravitazionale della Luna nel 2011 e nel 2012 per cercare di far luce sulla sua struttura interna. Questi dati avevano già indicato un’anomalia gravitazionale e che il bacino aveva una densità superiore alla media rispetto al resto della superficie lunare; il team ha attribuito questo alla sua composizione superficiale ricca di ferro.

I risultati

Ma quando il team ha confrontato questi risultati con i dati della topografia lunare raccolti dal Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA, i risultati hanno mostrato qualcos’altro: una massa di circa 2,18 quintilioni di chilogrammi (che è un numero con 18 zeri), che si estende per oltre 300 chilometri (184 miglia) sotto la superficie. Questa massa, sostengono i ricercatori, sta pesando il fondo del bacino verso il basso di oltre 800 metri, circa il 10% della sua profondità totale, spiegando una depressione nel fondo del bacino precedentemente attribuita alla contrazione.

Le simulazioni al computer

James ha affermato che una delle spiegazioni di questa massa extra è che il metallo dell’asteroide che ha formato questo cratere è ancora incorporato nel manto della Luna. Se le condizioni sono giuste, secondo le simulazioni al computer, il nucleo di ferro-nichel di un asteroide che ha colpito può essere disperso nel mantello superiore, tra la crosta della Luna e il nucleo. Questo è ciò che sarebbe potuto accadere 4 miliardi di anni fa, quando l’oggetto che ha creato il bacino si è schiantato sulla Luna.

La scoperta dei ricercatori

Un nucleo sufficientemente frammentato dell’asteroide che ha reso l’impatto poteva rimanere sospeso nel mantello della Luna fino ai giorni nostri, piuttosto che sprofondare nel centro della Luna, sostiene James. Un’altra possibile spiegazione ha a che fare con il vulcanismo, di cui la Luna era un tempo un focolaio. Il raffreddamento e la solidificazione degli oceani del magma lunare possono aver prodotto l’alta concentrazione di ossidi di titanio nel mantello lunare. Sotto il bacino del Polo Sud-Aitken potrebbe essere concentrata la grande massa degli ossidi. Qualunque sia la spiegazione, la massa rivela alcune cose interessanti sull’interno della Luna. Ad esempio, sappiamo che non è abbastanza fusa da far affondare la massa al centro.

Ricerca pubblicata su Geophysical Research Letters

Se la massa proviene all’incirca nello stesso momento dell’impatto che ha provocato il bacino, ciò implica un limite di temperatura superiore di circa 1.480 gradi Celsius per la seconda metà della durata della vita della Luna, in linea con le stime basate sulla sismologia. Ciò implica anche che la Luna abbia perso un sacco di energia termica per tutta la sua durata di vita, ha detto il team. Forse il rover Yutu2 cinese, che attualmente sta attraversando il Polo Sud-Aitken, può fare più luce sulla questione. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters.

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Alessandro Allegrucci

Laurea triennale in Scienze Forestali ed Ambientali e Laurea magistrale in Scienze Agrarie e del Territorio. La mia più grande passione resta da sempre la meteorologia, approfondita attraverso la tesi di laurea sperimentale e un master di "Meteorologia Nautica". I fenomeni naturali, la loro bellezza e potenza sono tra le cose che più mi affascinano al mondo.

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