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Sabato 23 Marzo
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Marte, Curiosity continua a perforare il terreno: gli aggiornamenti

Il rover inviato su Marte prosegue il lavoro di perforazione e analisi della superficie marziana

Marte, Curiosity continua a perforare il terreno: gli aggiornamenti
Marte, Curiosity continua a perforare il terreno: gli aggiornamenti - Foto PixaBay

Marte, Curiosity continua a perforare il terreno

Il lavoro del rover Curiosity su Marte prosegue regolarmente: dopo una piccola pausa per il perfetto allineamento di Marte, Sole e Terra che impediva al rover di inviare materiali dal pianeta rosso alla base terrestre, come riporta la rivista Focus l’apparecchio ha ripreso la perforazione della superficie marziana per permettere agli scienziati sulla Terra di analizzarla.

Il lavoro di Curiosity su Marte

Curiosity, atterrato su Marte 2.530 Sol fa (il Sol è il giorno di Marte, lungo circa 30 minuti in più rispetto a un giorno sulla Terra), ha completato pochi giorni fa la trivellazione del terreno nella posizione Glen Etive 1 e inviato i dati al Dipartimento di Geologia Planetaria della University of New Brunswick (Canada). La trivellazione, aggiunge Focus, ha lasciato pareti estremamente lisce e questo ha poi permesso al laser di bordo di effettuare delle analisi precise della composizione mineralogica dei vari strati. Un passo in avanti verso la scoperta di Marte, in attesa di un nuovo sbarco dell’uomo…

Le parole degli scienziati

Il lavoro di Curiosity – ha dichiarato Lucy Thompson (geologa della New Brunswick University) – ci permetterà di determinare la composizione chimica del materiale esterno e di confrontarlo con quello del nuovo scavo di sei centimetri, per verificare se ci sono delle variazioni consistenti”. Intanto è già stata pianificata un’altra perforazione (Glen Etive 2, nei Sol 2.525-2.528), vicino alla posizione precedente, dove però sembra che il tipo di suolo sia differente.

Marte può essere abitabile grazie alla “terraformazione”: ecco cosa significa

Marte può essere davvero abitabile come la Terra. Questa è l’ultima “indiscrezione” che arriva da uno studio di ricercatori dell’università di Harvard, del Jet Propulsion Laboratory della NASA e dell’Università di Edimburgo: grazie al processo di “terraformazione“, infatti, sarebbe possibile replicare sul pianeta rosso le stesse condizioni di vita (o molto simili) del nostro mondo. Ma come funziona?

La “terraformazione”

Per “terraformazione”, come riporta il sito NotizieScientifiche.it, si intende una riproduzione delle condizioni ambientali terrestri in un’altra dimensione, in questo caso il pianeta Marte. Chiaramente non di tutta la superficie marziana (sarebbe impossibile data la sua dimensione) ma di una “terraformazione” locale e regionale, dunque di una parte limitata di Marte. Cosa significherebbe? Che il problema “atmosfera marziana” verrebbe aggirato e permetterebbe agli astronauti in missione di fermarsi sul territorio in vere e proprie “isole abitabili” e approfondire gli studi.

La chiave è l’aerogel di silice

A rendere anche solo pensabile l’ipotesi di “terraformare” Marte è uno specifico elemento, l’aerogel di silice: come spiega lo studio, questa sostanza è tra le più isolanti mai create, in grado di riprodurre il classico effetto serra della Terra. L’aerogel di silice inoltre, già utilizzato dalla NASA per costruire i rover da mandare proprio su Marte, è al 97% poroso e permetterebbe alla luce non dannosa di penetrarlo e attraversarlo senza conseguenze negative. Cosa fare quindi? Costruire delle strutture composte da aerogel di silicio in cui gli astronauti possano stare su Marte per il tempo che serve alla missione.

Come funziona l’aerogel di silice

Tramite l’utilizzo di uno schermo di areogel di silice dello spessore di 2-3 centimetri, spiega NotizieScientifiche.it, è possibile attuare una fotosintesi e bloccare la radiazione ultravioletta pericolosa; in questo modo la temperatura nella “serra di silice” può abbassarsi fino a permettere all’acqua di diventare liquida. E a permettere all’aerogel di silice di “fare il suo dovere” basta unicamente il calore solare, nessun altro tipo di energia.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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