Un evento di portata catastrofica avrebbe portato all’estinzione della megafauna e alla scomparsa della cultura Clovis
Ogni giorno la Terra viene bersagliata da minuscoli micrometeoriti che bruciano nell’atmosfera. Si stima che il peso complessivo di questi oggetti che si schiantano contro l’atmosfera possa arrivare fino a 100 tonnellate al giorno. Nel corso della storia, il nostro pianeta è stato fatto oggetto di eventi disastrosi legati proprio all’impatto di asteroidi. L’impatto di Chicxulub che ha spazzato via i dinosauri ha addirittura lasciato un enorme cratere che poi è stato sepolto. Altri sciami di detriti hanno lasciato il segno nel corso della storia, come ha avuto modo di documentare una nuova ricerca che ha dimostrato come uno sciame di detriti provenienti dall’esplosione di una cometa abbia lasciato il segno innescando il Dryas Recente, un periodo di brusco raffreddamento avvenuto circa 12.000 anni fa.
La tesi sostenuta dai ricercatori
Questo evento di portata catastrofica avrebbe portato all’estinzione della megafauna e alla scomparsa della cultura Clovis, una cultura preistorica nativa americana scoperta per la prima volta nelle rilevazioni archeologiche del Nord America circa 13.500 anni fa, Tutto ciò che è stato ritrovato a tal proposito ha rafforzato l’ipotesi che l’impatto di un asteroide o di una cometa in disintegrazione avrebbe causato il brusco raffreddamento della Terra. In passato tanti scienziati avevano confutato questa ipotesi indicando l’assenza di un cratere da impatto come prova contraria, sostenendo che le possibili cause deriverebbero da altri eventi sconosciuti. Una nuova ricerca recente ha trovato prove di impatti di detriti cometari in siti della cultura Clovis, che si conclusero contemporaneamente al Dryas Recente.
La ricerca pubblicata su PLOS One
La ricerca in questione pubblcata su PLOS One è stata coordinata da James Kennett, professore emerito di Scienze della Terra presso l’Università della California a Santa Barbara. I ricercatori hanno utilizzato 10 diverse tecniche analitiche, tra cui la microscopia elettronica, e hanno trovato grani con fratture riempite di vetro molto simili a quelle create dalle esplosioni nucleari e presenti in 27 diversi crateri da impatto. Alcune ricerche effettuate di recente hanno dimostrato come le fratture di quarzo non sottoposte a shock, senza riempimento di vetro, sono molto comuni negli strati non sottoposti a impatto, ma le fratture di quarzo riempite di silice fusa sono state segnalate solo negli strati da impatto.
Gli effetti dell’impatto
Gli studiosi hanno spiegato che “questi grani sottoposti a shock si verificano in concomitanza con picchi di concentrazione precedentemente segnalati in platino, vetro fuso, fuliggine e nanodiamanti, insieme a microsferule, simili a quelle trovate in circa 28 strati di microsferule che sono accettate come prova di eventi di impatto cosmico, anche in assenza di un cratere”. Da questo impatto si sarebbero sviluppati incendi diffusi che hanno riempito il cielo di cenere, portando al brusco raffreddamento da cui si sarebbe generato il Dryas Recente.
Tutto questo avrebbe determinato l’estinzione della cultura Clovis e della megafauna che popolava il pianeta. Insomma anche in assenza di crateri, il quarzo da shock con fratture riempite di vetro sembra rappresentare una prova attendibile. Infatti quando le esplosioni cosmiche in aria detonano con sufficiente energia e a quote sufficientemente basse – hanno spiegato gli autori dello studio – i frammenti piccoli scagliati ad alta velocità bersagliano la superficie terrestre con elevata pressione. Questa dinamica sarebbe in grado generare shock termici e meccanici in grado di fratturare i granelli di quarzo da cui si genererebbe la silice presente nelle fratture.
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