
La quiescenza può arrivare una volta raggiunto il limite dei 20 anni di contributi ma anche prima: ecco cosa prevede l’attuale normativa
Grazie alle nuove normative in vigore nel 2025, anche i nati nel 1960 possono già aver acquisito i requisiti necessari per poter andare in pensione anticipatamente rispetto ai canonici 67 anni di età. Con l’attuale legge bastano 20 anni di contributi per poter lasciare il lavoro ma la quiescenza può già arrivare anche prima, soprattutto se il contribuente ha versato i primi contributi dopo il 31 dicembre del 1995. In questo caso è sufficiente aver raggiunto i 65 anni di età per accedere alla pensione, con qualche anno di anticipo rispetto ai requisiti ordinari.
Cosa prevedono le nuove leggi
Tutto questo è possibile grazie ad una nuova legge che è stata appena approvata dal governo in carica. Per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 e che hanno maturato un trattamento superiore al valore dell’assegno sociale (che per il 2025 è pari a 538,69 euro), ci sarà dunque la possibilità di andare in quiescenza. Per le lavoratrici la pensione si potrà chiedere anche un anno prima rispetto ai 67 anni previsti dal regime ordinario, purché abbiano avuto dei figli. La legge prevede infatti la possibilità di andare in pensione con un anticipo di 4 mesi rispetto al requisito ordinario per ogni figlio avuto, con un massimo di 16 mesi per chi ha avuto 4 o più figli.
In pensione a 65 anni: ecco quando è possibile
Secondo questo calcolo le donne nate nel 1960 con quattro più figli, possono addirittura andare in pensione a 65 anni e otto mesi di età, con 20 anni di contributi versati. La legge consente anche indipendentemente dal genere di appartenenza, di poter accedere alla pensione anticipata contributiva a soli 65 anni per tutti i contribuenti che hanno cominciato a versare nel 1995 o successivamente, il primo contributo. In questo caso però occorre aver maturato un trattamento pari a tre volte l’assegno sociale, quindi di 1.616 al mese.
Le novità per le donne madri
Per le donne madri la possibilità di uscire dal mondo del lavoro viene consentita se si matura un trattamento pari a 2,6 volte l’assegno sociale per coloro che hanno avuto più figli e 2,8 per le donne che hanno avuto un solo figlio.
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