
Ecco cosa fare se per poter percepire anche gli arretrati senza ritardi
La data da cerchiare in rosso per tante famiglie italiane che percepiscono l’assegno unico è il 30 giugno. Entro quella data, infatti, occorrerà presentare la “Dichiarazione sostitutiva unica” ovvero il modulo da inviare all’Inps con cui viene aggiornato l’indicatore Isee. In assenza di questo fondamentale documento (o se non vengono rispettate le scadenze per la presentazione) non sarà più possibile beneficiare degli importi arretrati aggiornati in base alla nuova situazione economica del nucleo familiare.
Come viene calcolato
Il governo in carica, dal 2022, dopo aver cancellato il Reddito di Cittadinanza, ha introdotto l’Assegno Unico, la nuova indennità a sostegno del reddito delle famiglie a basso reddito. Si tratta di una misura che viene erogata fino al compimento dei 21 anni (per i figli disabili non vi è un limite temporale). Il calcolo dell’importo dell’assegno dipende da tutta una serie di requisiti a livello reddituale. La mancata presentazione del nuovo Isee 2025 (che poteva essere presentato già a partire da marzo 2025) comporta la ricezione del solo importo minimo dell’assegno unico.
Perchè bisogna muoversi tempestivamente
Chi presenterà la DSU entro il 30 giugno, oltre a beneficiare di un importo maggiorato (se vi sono i requisiti), potrà anche percepire gli arretrati che verranno versati come conguaglio, sulla prima rata disponibile. Quei nuclei familiari che presenteranno tale documento dal 1° luglio potranno ottenere l’adeguamento, ma purtroppo perderanno irrimediabilmente gli arretrati. Ecco perchè, chi non ha ancora presentato la DSU, dovrà farlo tempestivamente per non perdere i soldi che gli spettano.
Cosa fare
Per poter richiedere il nuovo Isee basterà accedere al Portale unico Isee, tramite l’Inps o un patronato. Per effetto dell’adeguamento all’indice dei prezzi al consumo, l’importo dell’assegno unico per il 2025 è stato modificato. Dai 199,40 dell’anno passato, si passerà ai 201 euro per i figli minorenni. L’importo balza da 96,90 euro a 97,70 euro per i figli compresi tra 18 e 20 anni. Per quanto concerne i figli non autosufficienti, l’assegno unico salirà da 119,60 euro a 120,60 euro. Per il secondo percettore di reddito, l’assegno balza da 34,10 a 34,40 euro.
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