Tutto ciò che c’è da sapere sulla truffa della chiamata che inizia con +30: la tecnica, cosa si rischia e come proteggersi
Ormai non passa giorno senza che gli utenti si trovino a dover fare i conti con nuove truffe telefoniche o informatiche. Una delle più insidiose e diffuse ora è quella del wangiri, che sfrutta la curiosità delle persone per farle cadere nella rete dei truffatori. Negli ultimi tempi è tornata prepotentemente alla ribalta una sua variante che utilizza il prefisso internazionale +30, quello della Grecia. Le chiamate arrivano improvvisamente, durano pochissimi secondi e, nella maggior parte dei casi, non lasciano il tempo di rispondere. Cosa c’è dietro questo metodo e cosa si rischia? Ecco tutto ciò che c’è da sapere, come riportato da FanPage.it.
Come funziona la truffa del +30
Il meccanismo alla base di questa frode è semplice ma molto efficace. Il truffatore effettua una chiamata brevissima (spesso un solo squillo) per poi interromperla immediatamente. Chi riceve la telefonata, vedendo una chiamata persa da un numero sconosciuto con prefisso straniero, tende per curiosità a richiamare. È proprio in quel momento che scatta la trappola: il numero, apparentemente normale, è in realtà collegato a linee a pagamento che comportano tariffe elevatissime. In alcuni casi la vittima ascolta un messaggio registrato, in altri una voce reale cerca di intrattenerla il più a lungo possibile per aumentare l’importo da addebitare. A volte i cybercriminali utilizzano persino subdole tecniche di spoofing, ovvero camuffano il numero per farlo sembrare italiano e rendere il raggiro ancora più credibile.
I rischi dietro una semplice richiamata
Richiamare un numero sospetto con prefisso +30 non significa solo rischiare di pagare una bolletta più salata. In alcuni casi, infatti, i truffatori cercano di ottenere dati personali o bancari con la scusa di premi, vincite o rimborsi. Alcuni utenti sono stati addirittura indotti a confermare codici o informazioni sensibili, esponendosi così a furti di identità o frodi economiche. Le segnalazioni più recenti parlano anche di numeri che non solo generano costi automatici, ma attivano servizi in abbonamento senza il consenso dell’utente. É quindi fondamentale non rispondere mai e non richiamare questi numeri, soprattutto se l’origine è estera o sconosciuta.
Come difendersi da queste truffe
Per evitare di cadere nella trappola del wangiri con prefisso +30, è consigliabile attivare il filtro anti-spam presente sugli smartphone o installare app dedicate alla protezione dalle chiamate sospette. Un’altra misura utile è controllare la provenienza del numero su Google o attraverso il portale dell’Agcom, il quale permette di verificare se il numero appartiene a un operatore registrato nel Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC). Infine, per limitare il telemarketing indesiderato, si può iscrivere il proprio numero al Registro delle Opposizioni. La regola delle regole, però, è sempre la stessa: non fornire mai dati personali o bancari a chiunque chiami da un numero sconosciuto.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.