
La tragedia si è consumata sotto gli occhi attoniti dei colleghi: già 13 le regioni che hanno vietato le attività durante le ore centrali
L’episodio dell’operaio dI Andria stroncato da un malore mentre lavorava in campagna a causa del caldo, ha rilanciato la questione della salute dei lavoratori e del possibile stop delle attività lavorative durante le ore più calde della giornata, soprattutto in queste giornate contraddistinte dalla presenza dell’anticiclone subtropicale. Anche ieri a Bologna si è verificato un episodio analogo che ha riguardato un altro giovane lavoratore, morto a Bologna mentre stava eseguendo dei lavori edili.
La decisione delle regioni
In tutto sono già 13 le regioni che hanno adottato ordinanze per fermare i cantieri quando le temperature sono roventi. Le regioni in questione sono Lazio, Toscana, Liguria, Umbria, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. A queste regioni, nelle ultime ore, si sono aggiunte anche Emilia Romagna e Lombardia. La fascia critica nella quale è stato imposto lo stop va dalle ore 12:30 alle ore 16.
Le attività coinvolte
I lavori che sono coinvolti nell’ordinanza sono quelli edili e affini e quelli agricoli, florovivaistici e logistici. Le altre regioni che ancora non hanno introdotto delle ordinanze specifiche hanno comunque suggerito alle aziende di mettere in atto delle misure per ridurre lo sforzo fisico dei propri dipendenti, soprattutto nelle ore di punta, aumentando le pause e facendo ruotare i turni.
L’inerzia del governo
Resta ancora da comprendere le ragioni per le quali il governo non si sia ancora mosso con appositi provvedimenti per poter proteggere la salute dei lavoratori nelle giornate da bollino rosso. Gli stessi sindacati hanno invitato il governo a cambiare il quadro normativo soprattutto tenendo in considerazione i cambiamenti climatici e i rischi che questi cambiamenti stanno comportando, anche alla luce dei recenti tragici fatti.
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