
Elezione nuovo Papa, lo scenario del cardinale Gregorio Rosa Chavez
Il cardinale Gregorio Rosa Chavez ha dichiarato che il Conclave durerà al massimo tre giorni e si concluderà entro il 9 maggio. L’82enne salvadoregno, tra i 133 elettori che decideranno chi guiderà la Chiesa dopo la scomparsa di Papa Francesco, ha svelato alcune anteprime che lo riguardano personalmente, sulle “consultazioni” che verranno effettuate in occasione del conclave. Ecco cos’ha dichiarato, come riportato da IlGiornale.it.
Le parole di Chavez
Il cardinale Gregorio Rosa Chavez ritiene che il Conclave sarà breve, al massimo tre giorni. Secondo lui i cardinali hanno già idee chiare sui papabili (lui stesso ha una lista di cinque persone) grazie alla lunga preparazione, complici anche le condizioni di salute degli ultimi mesi di Bergoglio, e ai profili noti. A suo avviso il prossimo Papa sarà una figura di sintesi, capace di raccogliere il consenso ampio del Collegio. Chavez immagina un uomo con visione pastorale ma anche con fermezza nella guida.
I “papabili”
Il Conclave 2025 segna una svolta geopolitica con un Collegio cardinalizio dove Asia, Africa e America Latina contano più di prima. Tra i nomi forti emergono il congolese Ambongo Besungu, il filippino Tagle e l’indiano Poola, tutti espressione di un cattolicesimo attento alle periferie e al dialogo interreligioso. Anche il latinoamericano Scherer o il peruviano Barreto sono papabili, sensibili ai temi sociali e ambientali. Gli Stati Uniti restano divisi tra una Chiesa conservatrice e una in linea con Francesco. Il futuro Papa potrebbe influenzare anche le relazioni con la Cina e la guerra in Ucraina.
Le sfide aperte: donne, celibato e dottrina
Il nuovo Pontefice dovrà affrontare temi divisivi come il celibato sacerdotale, la benedizione delle coppie omosessuali e l’eventuale ordinazione delle donne. Da una parte c’è l’ala progressista, rappresentata da cardinali come Marx e Mendonça. Dall’altra, i conservatori come Sarah, Erdő e Burke temono una perdita dell’identità cattolica. Le decisioni su questi fronti incideranno profondamente sulla direzione futura della Chiesa. Anche il ruolo geopolitico della Santa Sede è in gioco, così come l’atteggiamento verso le riforme sinodali. La sfida principale sarà bilanciare innovazione e unità dottrinale.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.