
Il futuro di Edoardo Bove dal punto di vista sportivo è appeso ancora ad un filo: ecco da cosa dipenderà l’idoneità sportiva
Dopo la corsa d’urgenza in ospedale per l’immediato ricovero, le condizioni di salute di Edoardo Bove sono migliorate gradualmente. Una notizia davvero confortante dopo il dramma vissuto domenica sera al Franchi che ha lasciato l’Italia col fiato sospeso. Come si apprende dall’ultimo bollettino medico, Bove “è cosciente e respira in modo autonomo”. Il centrocampista viola ha già avuto modo di parlare con amici e familiari, ma adesso il vero problema è capire se potrà davvero tornare all’attività agonistica.
I precedenti
Al momento dare una risposta definitiva a questa domanda è molto complicato. Il malessere accusato al Franchi necessita di ulteriori indagini. La società viola dovrà seguire il protocollo di idoneità sportiva che in Italia è più rigido rispetto ad altri Paesi e che ha impedito in passato a giocatori del calibro di Kanu e Eriksen di non poter più giocare in Serie A. Un episodio eloquente si è verificato la scorsa estate. Dopo le visite mediche svolte con la Roma, il difensore austriaco Danso non ottenne l’idoneità sportiva per un problema al cuore che però non gli ha impedito di tornare a giocare in Francia.
La diagnosi
La prima diagnosi relativa al malessere di Bove parla di un’aritmia ventricolare con una “torsione di punta” che ha richiesto l’uso del defibrillatore. Bisognerà adesso capire, come hanno fatto notare alcuni cardiologi che sono intervenuti sul tema, se i disturbi del ritmo cardiaco o della frequenza cardiaca siano correlati ad una malattia cardiaca strutturale di origine genetica, oppure congenita, o se si sia trattato di miocardite. E’ anche possibile che ciò sia avvenuto a causa di un traumatismo occasionale e quindi potrebbero non ripetersi più.
L’ipotesi che potrebbe precludere la carriera
Per poter tornare a giocare, non dovranno più esserci rischi di recidiva per Bove, come predispone il protocollo. Verrà effettuata una risonanza magnetica cardiaca e una Tac alle coronarie per capire se sono presenti anomalie congenite. Una delle soluzioni potrebbe essere quella dell’inserimento di un defibrillatore sottocutaneo impiantato chirurgicamente in grado di rilevare il battito cardiaco irregolare e produrre uno shock salvavita per ripristinare il battito regolare. Se dovesse accadere questo, per Bove le possibilità di tornare a giocare in Italia sarebbero praticamente nulle.
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