
L’impennata dei prezzi del petrolio potrebbe mettere in ginocchio l’intera economia mondiale
Il mondo occidentale sta facendo i conti, in queste ore. con un nuovo fronte di guerra che si è aperto in Medio Oriente, e che coinvolge Israele e Iran. Si tratta di un conflitto che potrebbe allargarsi ad una fetta più vasta della regione, con conseguenze che potrebbero essere devastanti anche per la nostra economia. Le parole proferite dai rispettivi leader, Benjamin Netanyahu e Ali Khamenei (guida suprema del paese iraniano) non lasciano ben sperare e preludono ad un conflitto sanguinoso e duraturo.
I riflessi sui prezzi
Le conseguenze dell’attacco di Israele all’Iran sono state immediate per l’economia globale. I prezzi di gas, petrolio e oro sono schizzati alle stelle in poche ore e potrebbero salire ancora nei prossimi giorni soprattutto se verranno coinvolti altri alleati dell’Iran nella regione, come gli Houthi in Yemen e Hezbollah in Libano. Il possibile affondamento di un numero sufficiente di petroliere o i danneggiamenti alle raffinerie potrebbero avere un impatto devastante sull’economia globale generando un’inflazione senza precedenti che peserebbe soprattutto sulle tasche delle famiglie meno abbienti.
I rischi per l’economia globale
Se l’Iran dovesse decidere di dare corso ai propri propositi di bloccare lo stretto, il trasporto di greggio diventerebbe più difficoltoso e questo genererebbe un crollo dell’offerta e quindi un aumento esponenziale dei prezzi. I membri dell’Opec che esportano più petrolio in assoluto sono Arabia Saudita, Iran, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Iraq. Il Qatar, invece, è uno dei paesi che esporta maggiori quantitativi di gas naturale liquefatto (Gnl). Tutte queste risorse energetiche arrivano in Europa tramite lo stretto di Hormuz, che l’Iran ha già minacciato di bloccare più volte, anche se finora non è mai passato a vie di fatto.
Le prospettive e gli auspici
L’Iran sa benissimo che una interruzione delle forniture di petrolio potrebbe mettere in ginocchio i mercati e l’economia mondiale. Ben presto un eventuale blocco dello stretto potrebbe portare ad un aumento significativo del costo del carburante con gravi ripercussioni anche sul carrello della spesa. L’aumento dei prezzi sarebbe indiscriminato e coinvolgerebbe in primis la bolletta energetica delle famiglie, ma pian piano potrebbe anche estendersi ai beni di prima necessità che mettiamo nel carrello ogni volta che andiamo a fare la spesa. Ecco perchè è auspicabile che si attivino le diplomazie di tutto il mondo per mettere fine a questo conflitto, in primis per evitare altro spargimento di sangue e in secundis per non incidere sul tenore di vita globale.
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