Il provvedimento sarà approvato il 18 dicembre in Consiglio regionale e partirà già dal 1° gennaio 2026
Il cosiddetto reddito di cittadinanza regionale rappresenta una delle misure a sostegno del reddito fra le più incisive che i governi regionali stanno approvando in questi mesi. Si tratta di una indennità che si va ad aggiungere a tutti quegli ammortizzatori sociali di cui già beneficiano le famiglie a basso reddito in cui ci sono membri che hanno perso involontariamente il lavoro. E’ una misura destinata ai lavoratori in cassa integrazione, ai disoccupati e a coloro che hanno già utilizzzato gli strumenti INPS a disposizione e quindi non possono beneficiare di indennità integrative.
Il sussidio approvato dalla regione Toscana
L’ultima regione ad approvare questo tipo di indennità è stata la regione Toscana che a partire dal 18 dicembre darà il via libera a proprio reddito di cittadinanza regionale, i cui primi pagamenti avverranno dal 1° gennaio 2026, senza alcun aumento di tasse. Per finanziare questa misura, la regione toscana ha stanziato 23 milioni di euro. La misura prevede anche la gestione operativa del sussidio da parte di ARTI, l’ente che coordinerà percorsi formativi, criteri di selezione e monitoraggio dei beneficiari.
Quanto durerà
Come ha avuto modo di spiegare il governatore regionale della Toscana, Giani, si tratterà di una misura sperimentale che non graverà sulla fiscalità generale, infatti non prevederà l’aumento dell’Irpef. I percettori che ne hanno diritto incasseranno 600-700 euro al mese più formazione per 9-12 mesi. La durata del provvedimento andrà da 9 a 12 mesi, a seconda del percorso di reinserimento lavorativo. Tecnicamente questa misura viene definita con il termine “Reddito di inserimento lavorativo” e offrirà un supporto concreto a coloro che vogliono reinserirsi nel mondo del lavoro.
A chi spetterà
La nuova misura sarà appannaggio dei lavoratori in cassa integrazione, licenziati e disoccupati senza più ammortizzatori sociali e dei lavoratori in crisi che hanno bisogno di riqualificarsi. Questa nuova forma di supporto o di sostegno al reddito fa seguito ad una richiesta avanzata dai sindacati da molti anni.
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