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Jannik Sinner, Cahill svela cosa è successo nello spogliatoio dopo la finale persa con Alcaraz: ”E’ rimasto…”

Jannik Sinner, Cahill svela cosa è successo nello spogliatoio dopo la finale persa con Alcaraz. Dopodiché, dice cosa pensa del suo atleta

Jannik Sinner, Cahill svela cosa è successo nello spogliatoio dopo la finale persa con Alcaraz: ”E’ rimasto…”
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Jannik è concentrato sull’erba, ma la bruciante sconfitta subita nella finale del Roland Garros si sente ancora

Dalla terra rossa all’erba. Jannik Sinner è concentrato esclusivamente sulla stagione sull’erba e sull’ATP Halle 2025, dove ha già superato il primo turno ai danni del padrone di casa tedesco Hanfmann in due set, poi si recherà direttamente alla terza prova del Grande Slam di quest’anno, Wimbledon. Ciononostante, quanto successo nella finale del Roland Garros persa dall’altoatesino contro Alcaraz dopo aver sprecato tre match point, non sarà dimenticato. Uno dei suoi allenatori, Darren Cahill, lo ha ribadito in un intervento nel podcast “Served with Andy Roddick”. E’ stato anche un momento per ripercorrere ciò che accaduto nello spogliatoio dopo la cocente sconfitta contro Alcaraz. Ecco cosa riporta Fanpage.it.

Cosa è successo a Sinner negli spogliatoi dopo la sconfitta di Parigi con Alcaraz

Secondo Cahill, esperto del tennis australiano, non era il momento adatto per conversare. All’interno del tempio del tennis francese, Sinner, visibilmente deluso, e il suo staff hanno optato per mantenere il silenzio per alcuni minuti. Momenti d’intensità e riflessione per cercare di attenuare il peso della delusione. Cahill ha detto a Roddick che dopo che Jannik era andato così vicino alla vittoria, in verità hanno parlato pochissimo. Dopo l’incontro, la delusione era tangibile. E’ rimasto seduto negli spogliatoi per circa 15 o 20 minuti, aggiunge Cahill, che dice anche che ognuno di loro, parte del team, si è avvicinato per offrirgli un abbraccio”. Con il trascorrere del tempo, l’atmosfera si è allentata e tutti i membri della squadra hanno cercato di risollevare il morale del n.1 del mondo. Cahill dice che gli hanno comunicato quanto fossero fieri di lui, per il suo atteggiamento e impegno. Ma non era il momento giusto, non era il momento ideale per discutere di ciò che si può trarre da tale esperienza. “Supereremo la cosa“, aggiunge Cahill, “Bisogna mostrare un po’ di empatia per quello che sta passando. Tristezza, qualche lacrima, qualche lacrima per tutti“.

La delusione di Sinner e come ha girato pagina secondo Cahill

Cahill, ha anche detto che per fortuna Sinner è un giovane che sa dare la giusta importanza alle situazioni, che si tratta di stabilire le priorità, e questo gli permetterà certamente di andare avanti. Cahill riconosce che in quella serata, dopo alcune ore, l’altoatesino non aveva ancora accettato la situazione, e che non troverà mai pienamente una spiegazione. L’allenatore sostiene che un match del genere rimanga impresso dentro per sempre e che ci si possa migliorare tramite essa. Riconosce che Jannik ha una notevole abilità nel vedere tutto nella giusta ottica, che comprende a fondo quanto sia fondamentale una partita di tennis rispetto ad altri aspetti della vita, e aggiunge che ci sono cose molto più rilevanti che accadono, che ci saranno aspetti molto più significativi che la vittoria o la sconfitta in un incontro di tennis. Cahill è convinto della capacità del suo assistito di lasciarsi alle spalle il passato e mantenere il campo come il suo posto felice. “Penso che sia da lì che nasce la sua consapevolezza: sì, è stato deludente, ma è solo sport. È solo una partita di tennis. Vai là fuori, divertiti il più possibile. E speriamo che la prossima volta potremo ribaltarla. Cercheremo di migliorare da qui“.

La descrizione di Jannik e i suoi piani futuri

Tutto ciò che è parte del cammino per migliorarsi e progredire. Cahill afferma che Jannik è un bravo ragazzo. E’ giovane e si comporta come un adolescente, ma ha una grande consapevolezza di sé. Questa qualità è fondamentale per un campione, aggiunge Cahill, perché deve essere capace di gestire con equilibrio sia le vittorie che le sconfitte. Concludendo, il coach australiano sostiene che l’azzurro possiede un’eccellente etica del lavoro, una grande resilienza e un obiettivo ben chiaro. “Ama il tennis, pensa di giocare fino ai 37–38 anni. Ha una prospettiva diversa: sa che la carriera può durare molto e investe per questo“.

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Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.

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