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La città in California dove si parla un dialetto italiano: parlano proprio come in questa regione

La California tra innovazione e memoria italiana: esiste una città americana dove il dialetto italiano resiste da oltre un secolo...

La città in California dove si parla un dialetto italiano: parlano proprio come in questa regione
Foto Viaggi-Usa.it

La California, terra di opportunità moderne, nasconde una sorprendente eredità linguistica italiana: ecco in quale città si parla un dialetto nostrano

La California è oggi uno degli Stati più floridi e dinamici degli Stati Uniti, simbolo di innovazione, multiculturalismo e crescita economica. Dalle grandi città tecnologiche alle coste affacciate sul Pacifico, questo territorio ha attirato nel tempo comunità provenienti da ogni parte del mondo. Anche gli italiani, come in molte altre zone d’America, hanno lasciato un segno profondo, spesso legato al lavoro e alla famiglia. Ma c’è un dettaglio che rende una località californiana davvero unica: qui non si parla solo italiano, ma resiste ancora un vero dialetto della nostra Penisola. Ecco di quale città si tratta, come riportato da Menshealth.com.

Una città unica

La città in questione è Monterey, situata sulla costa centrale della California, affacciata sull’Oceano Pacifico, a circa due ore di auto da San Francisco. Rispetto all’Italia Monterey si trova a nove ore di fuso orario indietro, tuttavia nonostante la distanza geografica e temporale il legame con il nostro Paese è rimasto fortissimo. Qui, a partire dalla fine dell’Ottocento, si stabilì una numerosa comunità di immigrati siciliani, attratti dalle opportunità offerte dal mare e dalla pesca. Monterey, all’epoca, era un centro strategico per l’industria delle sardine, settore che richiamò molti pescatori provenienti proprio dalla Sicilia. Questo insediamento compatto e duraturo ha fatto sì che la lingua e le tradizioni non si disperdessero, bensì trovassero proprio terreno fertile per sopravvivere nel tempo.

Le radici siciliane

Il motivo per cui a Monterey si parla ancora il dialetto siciliano è legato alla forte concentrazione di immigrati arrivati tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Negli anni Quaranta le famiglie di origine siciliana rappresentavano circa un terzo della popolazione locale e continuavano a comunicare nella loro lingua madre nella vita quotidiana. Il dialetto veniva parlato in casa, per strada, nei luoghi di lavoro, senza bisogno di scuole o corsi formali. Così, figli e nipoti lo hanno appreso in modo naturale, come parte integrante della loro identità. A rafforzare questo legame contribuì anche l’introduzione della lampara, tipica imbarcazione siciliana per la pesca delle sardine portata a Monterey da Pietro Ferrante (un emigrato italiano che rivoluzionò il settore ittico locale).

Tra lingua, cucina e tradizioni

Oggi Monterey è conosciuta anche grazie alla letteratura e al cinema, basti pensare ai racconti di John Steinbeck o a film ambientati lungo la celebre Cannery Row. Sotto questa veste tipicamente americana, però, resta viva un’anima profondamente siciliana. Oltre al dialetto, sopravvivono tradizioni legate alla cucina mediterranea, soprattutto nei piatti di pesce, e a rituali familiari come le veglie funebri accompagnate da rinfreschi. Monterey rappresenta così un ponte culturale tra California e Italia, un luogo dove l’emigrazione non ha cancellato le radici ma le ha trasformate in una storia di continuità e memoria.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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