
Ecco un breve ritratto dell’istrionico giocatore kazako, Alexander Bublik, che mercoledì affronterà Sinner nei quarti dello slam parigino
Se c’è un giocatore di tennis che incarna il concetto di genio e sregolatezza questo è sicuramente il giocatore kazako, Alexander Bublik, che domani affronterà Jannik Sinner nei quarti di finale del Roland Garros 2025. Un tennista molto amato dagli appassionati proprio per quell’insana follia che lo contraddistingue e che lo accompagna anche nel modo di giocare e di stare in campo.
Nato in Russia, ma naturalizzato kazako, Bublik ha deciso di “stracciare” il passaporto russo perchè “poco considerato” dalla Federazione russa. Nel corso della sua carriera ha trionfato quattro volte perdendo sette finali nei tornei Atp.
La sue ataviche difficoltà negli slam
Negli Slam non è mai stato un top player, ma in questa edizione del Roland Garros ha messo in mostra una insospettabile varietà di colpi, sconfiggendo negli ottavi il più accreditato tennista britannico JacK Draper. Nella sua già ben lunga titolata carriera solo in un’occasione aveva raggiunto gli ottavi di finale di uno slam, a Wimbledon. Si tratta indubbiamente di una delle figure più bizzarre e controverse del circuito tennistico non solo per i suoi colpi spesso fuori dalla prassi ma anche per le sue uscite fuori dal campo e per le sue dichiarazioni mai scontate e mai banali.
I risultati in carriera
A causa del suo umore imprevedibile e umorale in carriera ha ottenuto meno successi di quelli che il suo talento avrebbe potuto consentirgli di raggiungere. Il suo picco nel ranking Atp è la 17esima posizione, anche se il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi, Parigi a parte. I suoi risultati non brillanti lo hanno proiettato oltre la cinquantesima posizione, anche se il successo contro Draper lo porterà sicuramente a ridosso dei migliori 40 a fine torneo. In una recente intervista concessa alla stampa dopo la sfida vinta in tre set contro il portoghese Henrique Rocha, Bublik non ha nascosto di sentirsi quasi come una mosca bianca nell’ambiente tennistico per il suo modo di approcciare alla vita rispetto ai suoi colleghi. Il tennis per lui non è di certo una priorità, avendo sempre scelto di non sacrificare la vita privata per allenarsi quasi costantemente come fanno i suoi colleghi.
La sua cronica avversione al sacrificio
Rimanere al top non è mai stato un cruccio, avendo guadagnato già tanto in carriera. “Posso anche saltare un allenamento se non me la sento e penso che sia piuttosto normale. I miei colleghi però mi fanno sentire diverso”. Per lui è normale alzarsi dopo mezzogiorno e allenarsi solo se ne ha voglia. “Voglio dire, siamo atleti d’élite. Qualcuno ha guadagnato 100 milioni, ha vinto 25 titoli e vuole ancora di più. Per me, onestamente, questo non è normale, ma sono loro che mi fanno sentire così”. Si è detto conscio del fatto di dover affrontare avversari molto più preparati sul piano fisico perchè più disposti a sacrificarsi, ma questo non rappresenta per lui un ostacolo. Contro Draper è bastato esibire il suo ampio repertorio tennistico, ma contro Sinner potrà bastare?
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