
Congedo retribuito legge 104, ecco perchè serve il cambio di residenza
Sono tanti e di vario tipo i benefici che l’attuale quadro normativo riconosce ai cosiddetti caregiver, vale a dire coloro che assistono un familiare invalido con Legge 104. Oltre alla possibilità di accedere all’Ape sociale o alla Quota 41 precoci, la legge attuale concede ai caregiver la possibilità di ottenere un congedo biennale retribuito nel caso in cui la persona assistita sia affetta da disabilità grave. Il congedo biennale contributivo viene accordato a coloro che risultano conviventi o che possono dimostrare di risiedere anagraficamente con la persona assistita.
I requisiti
Il congedo biennale è un diritto che viene concesso a tutti quei lavoratori che possono dimostrare di assistere un familiare con handicap grave secondo i dettami della cosiddetta Legge 104. In pratica ai caregiver vengono concessi due anni di assenza dal lavoro mentre la copertura contributiva viene in ogni caso garantita. Si può fruire dei due anni di congedo anche in maniera scaglionata o frazionata. Chi si avvale del congedo in ogni caso si vedrà garantito il posto di lavoro e percepirà un’indennità pari all’ultima retribuzione. L’Inps riconoscerà a questa tipologia di lavoratori i contributi figurativi validi ai fini pensionistici.
A chi viene riconosciuto il beneficio
Sostanzialmente, per effetto di questo beneficio, i 24 mesi in cui il lavoratore si dedicherà al proprio assistito, saranno considerati come periodo lavorativo a tutti gli effetti, pertanto verrà garantita al lavoratore la possibilità di andare in pensione con due anni di anticipo, senza subire alcuna penalizzazioni di sorta sull’assegno pensionistico. Questi benefici non vengono riconosciuti a tutti ma solo ai parenti entro il secondo grado della persona disabile e ai conviventi. Il requisito fondamentale che non deve mancare è la residenza anagrafica, senza la quale non è possibile fruire del congedo biennale.
Le ragioni della residenza anagrafica
Il nodo della residenza anagrafica è stata più volte ribadita non solo dall’Inps tramite le circolari esplicative ma anche dalla giurisprudenza. Se la convivenza non viene opportunamente documentata, non si può fruire del congedo eccetto la casistica in cui sono i genitori ad occuparsi dei figli. Questo limite è giustificato dal fatto che soltanto coloro che convivono col disabile possono garantire un’assistenza continuativa e quotidiana. Pertanto l’assistenza occasionale o periodica non viene considerata condizione sufficiente per poter ottenere il beneficio in questione.
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